Buffalo, licenziato da Starbucks dopo 13 anni. I colleghi lasciano il bar per protesta, l’accusa: «Licenziato perché leader sindacale» – Il video
Licenziato da Starbucks dopo 13 anni senza alcun preavviso. È la storia di Sam Amato, barista veterano di un locale di Buffalo (New York) del caffè più famoso degli Usa che si è trovato da un giorno all’altro senza lavoro. «Sono stato licenziato perché sono un leader sindacale e ho svolto il mio lavoro affinché il mio negozio fosse un luogo di lavoro sicuro, rispettoso e professionale», ha denunciato Amato. Riferisce che i capi gli avrebbero scritto «motivazioni non vere». E ancora: «Non mi hanno dato alcun dettaglio o informazione. La manager non riusciva neanche a guardarmi negli occhi». Starbucks Workers United, l’organizzazione che si occupa di sostenere i lavoratori dell’azienda degli Stati Uniti, smentisce le accuse del dipendente. Secondo quanto riferiscono, Amato sarebbe stato licenziato perché ha chiuso l’atrio del punto vendita senza alcuna autorizzazione. È così? Secondo il diretto interessato no: «È solo un pretesto», ha detto.
Lo sciopero dei colleghi e la raccolta di Sam
Della stessa linea sono gli altri dipendenti del bar in questione, che hanno deciso di protestare contro il licenziamento di Sam. In un video – che risale al 5 agosto, ma che sta facendo ora il giro del web – si vedono tutti loro abbandonare il locale in pieno turno e scioperare per quanto accaduto ad Amato. Il bar è così rimasto chiuso per una settimana, a causa dello sciopero dei dipendenti. Sam Amato ha deciso di aprire una raccolta fondi online con l’obiettivo di raggiungere 9 mila euro di donazioni ed è quasi arrivato alla cifra che necessita. Al momento, le donazioni ammontano a 7.383 dollari.
Non è la prima volta che accade un licenziamento coatto nei punti vendita del gigante del caffè Usa. Secondo un recente rapporto del Guardian, Starbucks ha cacciato oltre 20 leader sindacali negli Usa. Starbucks Workers United stima, inoltre, che gli scioperi degli ultimi mesi sono costati all’azienda oltre 375 mila dollari di mancate entrate.