Ucraina, telefonata Putin-Macron. L’avvertimento del presidente russo su Zaporizhzhia: «Rischio catastrofe su larga scala»
La centrale di Zaporizhzhia è stata al centro della telefonata avvenuta nelle ultime ore tra Vladimir Putin ed Emmanuel Macron. Il presidente russo Putin ha ricondotto i bombardamenti sulla centrale all’esercito di Kiev e ha avvisato che il rischio è quello di provocare una «catastrofe su larga scala». Durante la telefonata entrambi i leader hanno sottolineato l’importanza di inviare una missione dell’Agenzia internazionale per la sicurezza atomica (Aiea) per controllare la stabilità dell’impianto. A confermare questa posizione è anche una nota ufficiale dell’Eliseo.
La richiesta dell’Onu
L’Onu chiede alla Russia di non staccare la centrale nucleare di Zaporizhzhia dalla rete ucraina. Il segretario generale Antonio Guterres ha sottolineato come l’elettricità di Zaporizhzhia sia ucraina e che «questo principio deve essere pienamente rispettato». L’ha riferito oggi, 19 agosto, durante una visita al porto di Odessa, nell’Ucraina meridionale. La richiesta arriva a seguito della diffusione di una nota di Energoatom, riportata dai media ucraini, in cui si leggeva: «Abbiamo informazioni che le forze di occupazione russe stiano pianificando di spegnere i blocchi di alimentazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia e di scollegarli dalla rete elettrica ucraina». Attualmente l’esercito russo è alla ricerca di forniture di carburante per i generatori diesel che dovrebbero essere accesi dopo lo stop, «per alimentare i sistemi di raffreddamento».
Guterres: «Smilitarizzare la centrale». Mosca: «Impossibile»
In precedenza, Guterres aveva chiesto il ritiro delle attrezzature e delle forze militari da Zaporizhzhia. Appello negato dal membro del consiglio della nuova amministrazione militare-civile della regione, Vladimir Rogov, che ha definito la richiesta «impossibile». Questo perché, spiega, «solo i sistemi di difesa aerea russi la proteggono dal disastro». Della stessa linea è anche Ivan Nechayev, vice direttore del dipartimento stampa del ministero degli Esteri di Mosca, secondo il quale «smilitarizzare la centrale la renderebbe ancora più vulnerabile». Nel frattempo, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan torna a proporsi come mediatore: ha fatto sapere che parlerà con Putin in merito alla questione della centrale e che gli chiederà di fare la sua parte come passo verso la pace, soprattutto in relazione alla richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di rimuovere le mine russe dall’are di Zaporizhzhia.
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