Provenzano attacca Meloni sui disoccupati durante il governo Berlusconi, ma dimentica la crisi economica
Il 18 agosto il vicesegretario del Partito democratico Peppe Provenzano ha criticato su Twitter la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e le sue accuse contro il reddito di cittadinanza (che qui abbiamo sottoposto al nostro fact-checking). Secondo l’ex ministro per il Sud e la Coesione territoriale, quando Meloni andò al governo con Silvio Berlusconi, tra il 2008 e il 2010 ci fu «almeno un milione di disoccupati in più». Abbiamo verificato che cosa dicono i numeri: la cifra indicata da Provenzano non è corretta e l’ex ministro per il Sud omette di dire una cosa importante.
La versione originale di questo articolo è stata pubblicata il 18 agosto 2022 sul sito di Pagella Politica. Clicca qui per scoprire tutti i fact-checking, divisi per politici e partiti.
Per chi ha fretta
- Giuseppe Provenzano (Partito Democratico) ha dichiarato che «Quando Meloni andò al governo, con Berlusconi, tra il 2008 e il 2010 ricordiamo almeno un milione di disoccupati in più»
- Secondo Istat, da maggio 2008 a dicembre 2010 il numero dei disoccupati in Italia è cresciuto di oltre 300 mila unità, che salgono a circa 650 mila se si considera un periodo fino al novembre 2011, quando è caduto il quarto governo Berlusconi.
- Il periodo indicato da Provenzano è stato fortemente condizionato da due crisi economiche, quella nata nel 2007 e quella del 2010.
Analisi
Meloni è stata ministra per la Gioventù del quarto governo Berlusconi, rimasto in carica dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011. Secondo le serie storiche dell’Istat più aggiornate, in Italia a maggio 2008 i disoccupati, ossia le persone in cerca di un’occupazione, erano un milione e 671 mila (Tavola 2), saliti a un milione e 995 mila a dicembre 2010. Nel periodo indicato da Provenzano, l’aumento dei disoccupati è stato dunque di oltre 300 mila unità e non di un «milione». A novembre 2011, l’ultimo mese del quarto governo Berlusconi, il numero dei disoccupati era salito a due milioni e 338 mila, circa 650 mila in più rispetto a maggio 2008.
Tra maggio 2008 e dicembre 2010 il numero degli occupati – che, tra le altre cose, comprende chi ha svolto anche solo un’ora di lavoro retribuito nella settimana di riferimento della rilevazione Istat – è passato (Tavola 2) da 23 milioni e 112 mila a 22 milioni e 434 mila, scesi ulteriormente a 22 milioni e 357 mila a novembre 2011. Anche in questo caso, considerando impropriamente il calo degli occupati con l’aumento dei disoccupati, siamo comunque di fronte a cifre inferiori al «milione» citato da Provenzano.
Al di là dei numeri, nella sua dichiarazione il vicesegretario del Pd ha omesso un dettaglio centrale in questa vicenda. Il mercato del lavoro nel periodo citato, dal 2008 in poi, è stato fortemente condizionato dalla crisi finanziaria scoppiata nel 2007 e da quella del debito sovrano, che ha coinvolto l’Unione europea tra il 2010 e il 2011. Il fallimento del governo Berlusconi di rilanciare l’economia italiana aveva poi portato le dimissioni dello storico di leader di Forza Italia, sostituito alla guida del Paese dal governo tecnico guidato da Mario Monti.
Conclusioni
Secondo Peppe Provenzano, quando Giorgia Meloni è andata al governo con Silvio Berlusconi, tra il 2008 e il 2010 c’è stato «almeno un milione di disoccupati in più». Il dato citato è esagerato e il vicesegretario del Partito democratico omette di dire una cosa. Da maggio 2008 a dicembre 2010 il numero dei disoccupati in Italia è cresciuto di oltre 300 mila unità, che salgono a circa 650 mila se si considera un periodo fino al novembre 2011, quando è caduto il quarto governo Berlusconi. Il periodo indicato da Provenzano è stato comunque fortemente condizionato da due crisi economiche, quella nata nel 2007 e quella del 2010.
Leggi anche:
- Istat, sale al 60,1% il tasso di occupazione: mai così alto. Ma ci sono più giovani disoccupati
- Rapporto Anpal, più assunzioni nel 2022 rispetto a prima del Covid: ma per le donne meno posti di lavoro
- I disoccupati di lunga durata sono più numerosi nel Sud Italia che nell’intera Germania – I dati Eurostat