Tiro al bersaglio sui giovani scelti da Letta come capilista. Ora tocca a Sarracino (che corre a disattivare tutti i profili social)
«Qualcosa è andato storto»: l’avvertenza che appare sulla pagina nera del profilo Twitter di Marco Sarracino è forse il commento che meglio descrive le difficoltà che hanno subito accompagnato l’operazione “cinque giovani capilista per il Pd” solo quattro giorni fa. Dopo i casi di La Regina (che si è ritirato) e Scarpa – entrambi sotto accusa per delle vecchie posizioni su Israele – un altro giovanissimo in corsa con il Partito democratico finisce nel mirino della destra. Marco Sarracino, capolista a Napoli, è stato criticato da Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, per un post pubblicato il 7 novembre 2019. In quell’occasione Sarracino ricordava la ricorrenza della rivoluzione russa guidata da Lenin, scrivendo: «Buon anniversario della rivoluzione». «Dopo i giovani candidati del Pd che negano il diritto all’esistenza e alla sicurezza di Israele – ha scritto su Facebook Meloni – arriva anche chi inneggia all’Unione Sovietica».
Dopo la polemica sollevata dalla leader di FdI, il giovane capolista è corso ai ripari chiudendo tutti i profili social. La caccia alle posizioni ideologiche ha coinvolto la stessa Meloni, che in questi giorni è finita sotto accusa per un video del 1996 in cui definiva Benito Mussolini «un buon politico».
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