Due gradi in meno nelle case e stretta sulle imprese: il piano del governo per fronteggiare la crisi energetica
Con la fine dell’estate alle porte, l’Europa si prepara a fronteggiare il taglio delle forniture di gas da Mosca. A fronte di una possibile interruzione totale dei rifornimenti, o di un’altra impennata nei prezzi, la soluzione praticabile al momento è una: razionare i consumi di famiglie e imprese. Questa linea d’azione, come ricostruisce Repubblica, è stata già adottata da alcuni Paesi membri. La Francia si è mossa in questa direzione già lo scorso luglio, mentre il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck ha parlato la scorsa settimana di «un taglio del 15-20%» da parte di aziende e famiglie. In Italia, nel frattempo, la linea d’azione viene dettata dal piano predisposto già in primavera dal governo Draghi, incentrato su tre livelli d’emergenza da calibrare in base alla disponibilità della risorsa energetica. Il terzo livello, quello più drastico, prevede la riduzione di circa due gradi nei termosifoni delle abitazioni e limiti nell’orario di accensione. Ai Comuni potrà essere chiesto di ridurre l’illuminazione pubblica nelle strade e sui monumenti fino al 40% dei consumi totali. Si ipotizzano chiusure anticipate, inoltre, per uffici pubblici, negozi e locali. Infine, l’ultima misura che fa tremare Confindustria: una sospensione temporanea di forniture destinare alle aziende più «energivore».
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