Flat tax, Matteo Salvini sbaglia sulle tasse dei milionari
Il 22 agosto, ospite a La corsa al voto su La7, il leader della Lega Matteo Salvini ha difeso (min. 14:39) la proposta della Lega di introdurre la cosiddetta “flat tax” al 15 per cento, ossia un sistema di tassazione che applica una singola aliquota fiscale a tutti i livelli di reddito. Tra le altre cose, Salvini ha smentito che la flat tax avvantaggi i più ricchi, aggiungendo (min. 14:45) che «bisogna leggere quello che c’è scritto» nella proposta della Lega. Secondo l’ex ministro dell’Interno, infatti, con la flat tax i contribuenti milionari «continueranno a pagare quello che stanno pagando» (min. 15:56), visto che il limite di reddito famigliare «a cui applicheremo la flat tax è 70 mila euro» (min. 15:04).
Siamo andati a rileggere la proposta della Lega sulla flat tax (lo avevamo già fatto per altri fact-checking) e la versione di Salvini è imprecisa e incompleta.
La versione originale di questo articolo è stata pubblicata il 23 agosto 2022 sul sito di Pagella Politica. Clicca qui per scoprire tutti i fact-checking, divisi per politici e partiti.
Per chi ha fretta:
- Salvini, ospite a La corsa al voto su La7, ha difeso la proposta della Lega riguardo l’introduzione della flat tax al 15%
- Secondo il leader del Carroccio «con la flat tax i milionari continueranno a pagare quello che sta pagando ovviamente», perché l’aliquota del 15 per cento si applicherebbe solo alle famiglie con reddito fino a 70 mila euro
- Le cose in realtà non stanno proprio così
- Nella Fase II della flat tax, quella transitoria, una famiglia bireddito con un reddito famigliare di 70 mila euro avrebbe un’aliquota del 22,5 per cento
- Nella Fase III inoltre, la proposta della Lega è quella di estendere a tutti i lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi l’aliquota del 15 per cento, che, tra le altre cose, farebbe pagare meno imposte ai redditi milionari
Analisi
Il disegno di legge per l’introduzione della flat tax in Italia è scaricabile sul sito www.tassaunica.it o dal sito del Senato, dove è stato depositato da Salvini, da Armando Siri, senatore della Lega e responsabile del programma della Lega, e da altri senatori del partito. Il titolo della proposta è «implementazione della Fase II e della Fase III dell’introduzione della flat tax». La Fase I aveva riguardato l’estensione, avvenuta con la legge di Bilancio per il 2019, di un’aliquota unica al 15 per cento per le partite Iva che hanno un reddito inferiore ai 65 mila euro all’anno. Ora la Lega propone di aumentare questa soglia fino ai 100 mila euro. La terza fase è quella in cui «la flat tax sarà applicabile a tutti i contribuenti senza i limiti precedentemente stabiliti».
La fase più articolata è quella intermedia, la cosiddetta “Fase II”. Qui si propone di tassare i redditi delle famiglie, distinguendole in tre categorie: famiglie monocomponenti (quelle composte da un sigle); famiglie monoredditi (quelle con un solo coniuge contribuente); e famiglie bireddito (quelle con due coniugi contribuenti). Per ogni tipologia di reddito familiare sono calcolate, con una formula, le cosiddette «deduzioni fiscali», per ridurre la base di reddito su cui è calcolata l’imposta. Una volta applicata la formula, si ottiene così il reddito che andrà tassato. In che modo? Nella Fase II, ribadiamo, non con un’aliquota del 15 per cento per tutti.
Questa aliquota si applicherebbe infatti «in presenza di redditi familiari fino a 26.000 euro in caso di famiglia monocomponente, a 50.000 in caso di famiglia monoreddito o a 65.000 euro in caso di famiglia bireddito». Per «eliminare situazioni di iniquità fiscale e di mitigare gli impatti», la proposta della Lega prevede che l’aliquota del 15 per cento aumenti per ogni 1.000 euro di reddito in più. Fino a 30.000 euro in più, l’aliquota cresce di un punto percentuale in caso di famiglia monocomponente, arrivando a un’aliquota massima pari al 19 per cento; fino a 55.000 euro, cresce di 3 punti percentuali in caso di famiglia monoreddito, arrivando a un’aliquota massima pari al 30 per cento; fino a 70.000 euro, cresce di 1,5 punti percentuali in caso di famiglia bireddito, arrivando a un’aliquota massima pari al 22,5 per cento. Si ottiene così un sistema a 15 aliquote, considerando quella unica di partenza del 15 per cento. Dunque, il caso citato da Salvini – una famiglia con due redditi e un reddito famigliare fino a 70 mila euro – avrà un’aliquota del 22,5 per cento, e non del 15 per cento.
Al di là di questa imprecisione, per quanto detto finora, sembra vero che i redditi milionari non rientrino in questo nuovo sistema di tassazione transitorio a 15 aliquote. In realtà non è così. Nella Fase II, infatti, il disegno di legge della Lega propone di intervenire anche per «mitigare l’imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche che non rientrano tra i soggetti che beneficiano della flat tax». In che modo? Riducendo a tre le aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), passate da cinque a quattro con la legge di Bilancio per il 2022. Secondo la Lega, nella Fase II andrebbe introdotta un’aliquota del 23 per cento per i redditi fino a 15.000 euro (come quella attualmente in vigore); del 27 per cento per i redditi oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro (oggi in questa fascia l’aliquota è del 25 per cento); e del 38 per cento per i redditi oltre 28.000 euro (oggi tra i 28.001 e i 50.000 euro è in vigore un’aliquota del 35 per cento).
Al momento, l’aliquota massima per i redditi più alti dell’Irpef, oltre i 50.000 euro, è pari al 43 per cento. Nella proposta della Lega, questa aliquota scenderebbe di cinque punti percentuali, riducendo l’imposta a chi non rientra nelle categorie viste sopra. Dunque, anche i milionari potrebbero beneficiarne. In ogni caso, è fuorviante parlare di flat tax per un sistema in cui di fatto sarebbero in vigore 18 aliquote. Lo scenario a cui è correttamente attribuito il nome di flat tax è la Fase III, che come abbiamo visto punta a estendere a tutti l’aliquota del 15 per cento e che, secondo gli economisti, ha un costo stimato a partire dai 60 miliardi di euro l’anno. In quel caso, i milionari pagherebbero meno imposte sui redditi di quanto pagano oggi, visto il sensibile taglio delle aliquote.
Conclusioni
Secondo Matteo Salvini, «con la flat tax i milionari continueranno a pagare quello che sta pagando ovviamente», perché l’aliquota del 15 per cento si applicherebbe solo a una famiglia con un reddito fino a 70 mila euro.
Nella Fase II della flat tax – quella transitoria, in vista dell’estensione a tutti dell’aliquota del 15 per cento – una famiglia bireddito con un reddito famigliare di 70 mila euro avrebbe un’aliquota del 22,5 per cento, non del 15 per cento. Per i soggetti che non rientrano in questa fase transitoria, è previsto comunque una riduzione a tre delle aliquote Irpef, con un taglio di quella per i redditi più alti.
In ogni caso, nella Fase III, la proposta della Lega è quella di estendere a tutti i lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi l’aliquota del 15 per cento, che, tra le altre cose, farebbe pagare meno imposte ai redditi milionari.
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