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Giorgia Meloni alla Reuters: «Non vogliamo distruggere l’Europa, non faremo cose pazze»

25 Agosto 2022 - 15:17 Redazione
La leader di FdI in un'intervista all'agenzia Reuters rassicura ancora i mercati e i leader occidentali: «La difesa dell'interesse nazionale è importante per noi come lo è per i francesi e per i tedeschi»

«Vogliamo un diverso atteggiamento italiano sulla scena internazionale». È chiara Giorgia Meloni a Reuters, se FdI sarà al governo dovranno cambiare i rapporti «nei confronti della Commissione Europea». La leader del partito che i sondaggi indicano come il preferito dagli italiani a un mese dalle elezioni, però, rassicura: «Questo non significa che vogliamo distruggere l’Europa, che vogliamo lasciare l’Europa, che vogliamo fare cose pazze», ma, specifica, «che la difesa dell’interesse nazionale è importante per noi come lo è per i francesi e per i tedeschi». Meloni ha spiegato a Reuters di essere contraria al percorso di crescita dell’Ue, i cui termini sono stati sospesi nel 2020, poiché questo prevede che nel blocco degli Stati membri la differenza tra spesa e Pil non superi il 3% e il debito non superi il 60% del prodotto interno lordo. La contrarietà, spiega la leader, viene espressa soprattutto alla luce della grande difficoltà che i Paesi europei stanno affrontando a causa della crisi energetica.

Faremo la legge di bilancio entro i parametri richiesti

Nonostante una propensione alla spesa maggiore rispetto alle linee guida dell’Unione, Meloni rassicura: «Sono molto cauta. Nessuna persona responsabile metterebbe a rischio le finanze del Paese. La prima cosa che dovremo fare – aggiunge – sarà la legge di bilancio e abbiamo chiaramente intenzione di farla entro i parametri richiesti». Reuters fa notare che la flat tax proposta dalla coalizione di centrodestra, così come la pace fiscale e la diminuzione dell’età pensionabile «appaiono difficili da implementare in un Paese il cui debito è in linea per raggiugere il 147% del Pil quest’anno». Infine, Meloni ha aperto alla possibilità di aiuti statali a grandi compagnie per proteggerle da acquisizioni straniere.

Foto di copertina: Reuters

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