Femminicidio a Bologna, Padovani non risponde al Gip. Il racconto della cugina: «Le tagliava le gomme dell’auto e le rubava le chiavi di casa»
Giovanni Padovani si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’udienza di convalida d’arresto davanti al Gip Andrea Salvatore Romito. Calciatore dilettante e modello, il 27enne accusato di aver ucciso a martellate l’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, mercoledì 24 agosto, si è presentato all’udienza preliminare indossando abiti sportivi, maglietta nera e pantaloncini corti verde fosforescenti. Il suo avvocato Enrico Buono, all’uscita dal tribunale, ha riferito ai giornalisti che il suo assistito «è molto provato». Fuori dall’aula era presente anche la madre dell’indagato, visibilmente scossa. Il pm Domenico Ambrosino ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere per omicidio aggravato da stalking. Alle 14 di oggi ci sarà invece l’inizio dell’autopsia sul cadavere di Matteuzzi a carico del medico legale Guido Pelletti.
Le persecuzioni di Padovani
L’omicidio di Matteuzzi è solo il termine di un lungo periodo di persecuzioni che subiva dall’ex. Sonia Bartolini dell’associazione Donna e giustizia, nonché cugina della vittima, ha raccontato le molestie di cui era a conoscenza. «Non credo ci sia bisogno della violenza fisica per attivare una protezione maggiore. In questo caso nella denuncia ci sono delle molestie gravi: l’uomo le aveva messo lo zucchero nella serbatoio dell’auto, aveva tagliato le gomme della macchina di Alessandra e le aveva sottratto le chiavi di casa». E attacca le falle normative, spiegando che quando una donna sporge denuncia per atti persecutori, non vi è una reale protezione. Della stessa linea anche il legale della famiglia Matteuzzi, Giampiero Barile, che riferisce come nella denuncia del 29 luglio, fatta dalla donna e «integrata per due volte, tutti i fatti sono stati precisati e la fattispecie di stalking era molto grave».
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