La crisi del gas si riflette sul costo dell’energia elettrica: media di 713,69 euro al megawattora per l’Italia dopo un picco di 870 euro
Il costo dell’elettricità in Italia si impenna: oggi ha toccato gli 870 euro nella contrattazione sul mercato, per poi attestarsi su una media giornaliera di 713,69 euro a megawattora. Un’impercettibile flessione rispetto ai 718,71 euro di ieri, che non rimedia all’impennata di 100 euro rispetto al valore di due giorni fa (614 euro), e di 200 rispetto ai 507,79 di una settimana fa. L’anomalo incremento è una diretta conseguenza della crescita del prezzo del gas, aggravata dal conflitto in Ucraina, ma secondo alcuni anche dalla speculazione finanziaria. I Paesi europei sono spinti all’adozione di misure emergenziali per risparmiare il combustibile, che oggi al mercato di Amsterdam (quello di riferimento in Europa) ha chiuso la seduta a 339 euro al megwattora (+5% rispetto alla vigilia), poco sotto il massimo storico di 341 euro segnato a meno di un’ora dalla fine dall’ultima seduta della settimana.
La corsa ai ripari
Quello che succede sul fronte del gas ha ripercussioni così importanti sulle bollette perché il combustibile rappresenta una delle fonti dominanti nel mix della generazione elettrica. Il Sole24Ore riporta un’analisi di tre economisti del Mes: Angela Capolongo, Michael Kühl e Vlad Skovorodov, secondo cui uno stop delle forniture di gas russo ad agosto porterebbe a esaurire le riserve nei Paesi dell’euro già a fine anno innescando razionamenti e recessione: senza interventi sui consumi il Pil dell’eurozona perderebbe l’1,7 per cento, con un impatto del 2,5 per cento per i due Paesi più esposti, Italia e Germania. L’allarme è già scattato tra i ministri Ue dell’energia, che entro la metà di settembre dovrebbero fissare una riunione urgente, oggi annunciata dalla presidenza di turno. L’obiettivo sarà discutere «misure di emergenza specifiche per affrontare la situazione energetica». La convocazione ufficiale dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana.
L’Italia, nel frattempo, starebbe lavorando su un piano di risparmio che dovrebbe essere pronto all’inizio della prossima settimana, in anticipo rispetto alle aspettative. Tra le ragioni che impongono un’accelerata anche la nuova chiusura del gasdotto Nord Stream da parte della Russia «per manutenzione», prevista alla fine del mese e fino al 2 settembre. Tra le misure ipotizzate, il limite alla temperatura degli uffici pubblici e all’illuminazione pubblica, insieme alla chiusura anticipata di negozi e locali e una riduzione dell’attività delle industrie particolarmente energivore.
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