Femminicidio Matteuzzi, la cugina della vittima: «Da avvocata so che i testimoni si sentono anche in ferie»
«Si è parlato di indagini ferme a causa di testimoni in ferie: in certi casi le testimonianze si possono anche raccogliere direttamente nel luogo di villeggiatura in cui si trovano le persone da sentire. Un provvedimento restrittivo per il killer di mia cugina andava emesso subito». A parlare è Sonia Bartolini, cugina di Alessandra Matteuzzi, la 56enne uccisa a martellate dall’ex compagno Giovanni Padovani. Bartolini, che di professione è avvocata, interviene sulle polemiche per la gestione da parte della procura della denuncia per stalking di Matteuzzi a carico di Padovani. «Io proprio ieri (giovedì, ndr) ho potuto leggere la denuncia sporta da mia cugina il 29 luglio scorso, poi successivamente integrata con ulteriori dettagli. È ben circostanziata e documentata, non è vero che non ci fossero elementi gravi o tali da destare preoccupazione», dice in una intervista al Resto del Carlino.
«Padovani merita una punizione esemplare»
Bartolini non esclude che Padovani fosse al corrente della denuncia: «Credo lo sospettasse, dato che
nell’ultimo periodo il suo atteggiamento nei confronti di Alessandra era degenerato». Secondo la cugina della vittima, saltava persino gli allenamenti di calcio pur di perseguitarla. Speriamo ci sia al più presto un intervento dal punto di vista normativo per tutelare le donne che denunciano, appena sporgono la querela. Perché spesso è proprio questa circostanza che scatena l’orco». Bartolini chiede che Padovani «riceva una punizione esemplare. Ha rotto un martello in testa a mia cugina, ha infierito con una panchina. Cosa dobbiamo dire di più?».
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