Serbia, gli organizzatori dell’Europride sfidano Vucic: «Sfileremo nonostante il divieto»
Gli organizzatori dell’Europride non hanno intenzione di rinunciare all’evento previsto per il prossimo 17 settembre a Belgrado. Una sfida al presidente Aleksandar Vucic, che oggi, 27 agosto, aveva annunciato in diretta tv l’annullamento della manifestazione. Kristine Garina, presidente dell’Associazione europea degli organizzatori dei Gay Pride, ha commentato: «Il presidente Vucic non può annullare un tale evento. Europride non è annullato. Nel corso della gara per l’assegnazione di Europride 2022, la premier serba Ana Brnabic (lesbica dichiarata, ndr) aveva promesso pieno appoggio del governo serbo allo svolgimento di Europride a Belgrado, e ci aspettiamo che tale promessa venga mantenuta». Garina ha aggiunto: «Ogni tentativo di vietare il Pride costituisce una violazione degli articoli 11, 13 e 14 della Convenzione europea sui diritti umani, che la Serbia ha ratificato come membro del Consiglio d’Europa». Vucic aveva giustificato l’annullamento dell’evento citando le tensioni in Kosovo e i problemi legati alla crisi energetica e alimentare. L’annuncio aveva ricevuto il plauso della Chiesa Ortodossa serba e della premier uscente (e oggi reincaricata) Ana Brnabic, che aveva detto che la manifestazione poteva essere sfruttata da «gruppi estremisti» per «alimentare tensioni e creare instabilità in Serbia».