Taglio dell’Iva e fondi per la cassa integrazione: il governo cerca 15 miliardi contro l’aumento del prezzo del gas
Il prezzo del gas continua a salire, facendo registrare record su record. A pagarne le spese sono imprese e famiglie che ogni mese devono fare i conti con bollette sempre più pesanti. Per questo motivo, come riporta la Repubblica, su indicazione del premier Mario Draghi si sta cercando di preparare un nuovo intervento di emergenza dal valore di 10-15 miliardi che permetta di agire in modo concreto. Una misura che non solo aiuterebbe a superare questo periodo di crisi, ma che eviterebbe di ridurre l’efficacia dei 45 miliardi di aiuti già messi in campo nei mesi passati. Il problema, però, è sempre lo stesso: dove trovare questo denaro senza fare scostamenti di bilancio? È vero che lo Stato continua a incassare più del previsto, in particolare dall’Iva, ma gli incassi da extraprofitti sono aleatori e già a inizio agosto si è sfruttato tutto il margine della prima metà dell’anno. E poi, come verrebbero distribuiti?
Alle imprese manca liquidità, ma bisognerebbe abbassare i costi delle bollette. Si potrebbero azzerare gli oneri di sistema sul gas o abbassare ancora l’Iva. Senza dimenticare la benzina e i fondi per la cassa integrazione straordinaria. La prima risposta, il punto di partenza, potrebbe essere di tipo strutturale come il tetto al prezzo del gas. Oppure lo sganciamento dei prezzi dell’elettricità prodotta da altre fonti che non siano gas. Due decreti interministeriali sarebbero già pronti per garantire a piccole e medie imprese e aziende energivore pacchetti di energia a prezzi calmierati. Da domani, Palazzo Chigi sarà al lavoro per un decreto che potrebbe diventare un emendamento al dl Aiuti che è già in conversione in Parlamento.
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