Dad e due gradi in meno in classe: le ipotesi per la scuola contro il caro energia. I presidi: «Serve un piano nazionale»
La Dad come risposta alla crisi energetica. Un giorno alla settimana di lezioni a distanza, magari il sabato, e la riduzione di uno o due gradi delle temperature nelle aule, per risparmiare sulle bollette: «Si possono fare entrambe le cose», sostiene Antonello Giannelli, «l’importante è che non siano lasciate alla decisione dei singoli». Intervistato dal Corriere della Sera, il presidente del più grande sindacato dei presidi italiani (Anp), accoglie in modo favorevole le ipotesi che si stanno formulando per contrastare l’aumento del prezzo del gas. «Anche la scuola deve fare la sua parte», afferma Giannelli che, però, sottolinea come «qualsiasi misura si decida di prendere per risparmiare, non deve pregiudicare il diritto allo studio né deve essere lasciata alla decisione della singola scuola». La didattica a distanza che gli alunni italiani hanno conosciuto negli ultimi anni di pandemia da Covid-19 potrebbe tornare come strumento che permetterebbe alle scuole di non accendere riscaldamenti e luci per un giorno intero.
«Noi siamo pronti a considerare questa opzione purché sia per tutti gli istituti», dice Giannelli. Oltre a questa ipotesi, circola anche l’opzione di accorciare la settimana scolastica (dal lunedì al venerdì) aggiungendo un’ora in più alle lezioni. Come precisa il presidente dell’Anp: «Molte scuole già lo fanno, ma per cambiare gli orari scolastici ci vuole un piano adeguato di trasporti pubblici». Con il rientro in classe sempre più vicino, l’opzione più rapida da adottare sarebbe quella di ridurre di un grado, o due, la temperatura in classe. «Sono favorevole. Peraltro, credo ci sarà anche per gli uffici pubblici. Gli studenti si dovranno coprire un po’ di più». Ciò che conta di più, sostiene Giannelli, è che venga preparato un piano nazionale: «Anche l’autonomia ha i suoi limiti».
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