L’aereo per Buenos Aires, i milioni da Nizza e le telefonate di Gattuso: i retroscena del trasferimento di Cavani al Valencia
Per tutta l’estate di calciomercato è stato uno dei gioielli più ambiti a parametro zero, dopo la fine del contratto con il Manchester United. Alla fine Edinson Cavani ha trovato la sua nuova casa: il Valencia di Gennaro Gattuso. L’attaccante uruguaiano ha firmato un contratto biennale con il club valenciano che è riuscito a superare la fortissima concorrenza di diversi club spagnoli, del Nizza e la corte spietata del Boca Juniors. Tre mesi di attesa, di ripensamenti e rifiuti per accasarsi in Spagna, la priorità di Cavani e della sua famiglia. Alla fine Gattuso è riuscito nell’impresa di convincere l’uruguaiano, mettendolo al centro del progetto Valencia. Lunedì 29 agosto è arrivata l’ufficialità e il primo saluto del Mestalla nella partita della Liga contro l’Atletico Madrid.
Tre mesi di pensieri: i retroscena
Non deve essere stato semplice per Gattuso sentirsi dire per diverse settimane «grazie mister, ma ci penso un altro po’». Le tantissime telefonate di agosto del mister italiano avevano tutte più o meno lo stesso tono: l’allenatore a fare la corte, Cavani a chiedere tempo per capire, insieme alla famiglia, quale fosse la soluzione migliore. Il Valencia voleva solo lui ma ha dovuto attendere, e schivare, le tante avances che ha ricevuto l’uruguaiano nella sua estate da svincolato. Quella economicamente più importante era arrivata dal Nizza che metteva sul piatto ben 6 milioni di euro netti ma solo per un anno. Cavani voleva a tutti i costi la Spagna e almeno un contratto biennale, da qui il rifiuto al club francese.
Ma la suggestione più grande era nata a luglio, con il Boca Juniors che avrebbe voluto riportare in Sud America un campione del suo calibro. In un momento del calciomercato dove le offerte concrete latitavano, la corte spietata degli argentini aveva fatto vacillare e non poco l’uruguaiano. Il biglietto aereo Madrid-Buenos Aires era pronto, di quelli “open“, disponibili al check-in non appena Cavani avesse detto sì. La febbre alla Bombonera era già altissima, e in molti credevano ad una conclusione positiva. Poi anche qui il cuore – per la famiglia – ha avuto la meglio. Spagna, solo Spagna, fortissimamente Spagna. Da qui l’offensiva della Real Sociedad che fino all’ultimo ha cercato il sì di Cavani. Ma le decine di telefonate di Gattuso hanno avuto la meglio. E come dicono a Valencia, Benvigut Matador.