Energia, il governo al lavoro sulle misure anti-crisi. Il Pd: «Recuperare subito le tasse sugli extraprofitti»
Continuano le riunioni tecniche del governo sul dossier energia. L’obiettivo è quello di provare a superare una crisi che nei prossimi mesi invernali rischia di diventare ancora più profonda. «Le aziende che stanno rifiutando di versare la tassa sugli extraprofitti mettono a rischio la tenuta economica e sociale del Paese in uno dei momenti più difficili dal dopoguerra», hanno dichiarato in una nota congiunta le presidenti dei senatori e dei deputati Pd, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani. «È grave e preoccupante», continuano le due capogruppo, «che l’imposta sugli extra profitti delle società energetiche non sia stata ancora versata da molte aziende. È urgente intervenire per garantire che quelle risorse, stimate intorno ai 10 miliardi, siano riscosse perché sono indispensabili per finanziare le misure di sostegno per famiglie e imprese già decise dal governo».
Il partito guidato da Enrico Letta esorta dunque il governo a recuperare subito le tasse sugli extraprofitti delle aziende, soluzione che si aggiunge alla proposta Pd di un sistema di prezzi amministrati per i prossimi 12 mesi, una specie di tetto nazionale al prezzo dell’elettricità e alla richiesta di raddoppiare il credito d’imposta per l’energia. Durante la mattinata di oggi, 30 agosto, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è tornato a Palazzo Chigi dove erano al lavoro il presidente del Consiglio Mario Draghi e il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli. Già nella giornata di ieri le interlocuzioni tecniche sul caro energia si erano svolte a Chigi con il ministro Franco e il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Fonti interne hanno parlato di un’analisi avviata dai due sull’impatto delle misure già prese a tutela di famiglie e imprese, sul gettito degli extraprofitti delle società energetiche e sulle sanzioni in caso di inadempienza. Oggi le valutazioni continuano con l’obiettivo di scegliere le azioni più rapide ed efficaci per far fronte alla preoccupante crisi energetica.
L’allarme di Confidustria: «Rischio di deindustrializzazione»
Nel frattempo i presidenti delle Confindustrie di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, Annalisa Sassi, Francesco Buzzella, Marco Gay e Enrico Carraro lanciano l’allarme: «Ammontano a 4 miliardi gli extra costi dell’emergenza energetica: l’impatto è devastante con il rischio di deindustrializzazione e minaccia alla sicurezza nazionale». I presidenti hanno incontrato gli assessori allo Sviluppo Economico delle quattro regioni Vincenzo Colla, Guido Guidesi, Andrea Tronzano e Roberto Marcato. «Il tempo è ampiamente scaduto e una decisione in sede Ue in questo senso non è più differibile» hanno dichiarato.
Dal tetto sui prezzi all’abbattimento dell’Iva, le proposte dei partiti contro il caro energia
Mentre il governo valuta i contenuti di un possibile nuovo intervento a sostegno di famiglie e imprese, i partiti avanzano proposte e soluzioni. Se il Pd punta su tetto nazionale al prezzo dell’elettricità e tasse sugli extraprofitti alle aziende, il Movimento 5 Stelle preme da tempo per uno scostamento di bilancio. La proposta del leader pentastellato Giuseppe Conte è quella di recuperare «i 9 miliardi di extraprofitti delle società energetiche persi per strada dal governo» estendendo la tassazione anche ad aziende farmaceutiche e assicurative. Europa Verde-Sinistra Italiana vorrebbe tassare al 100% gli extraprofitti delle società energetiche per ridistribuire le risorse tra famiglie e imprese mentre il Terzo Polo di Carlo Calenda spinge per «dimezzare il costo dell’energia subito e portarlo a 100 euro Mwh per imprese energivore e gasivore».
Per FdI di Giorgia Meloni la soluzione principale è un tetto al prezzo del gas a livello europeo, sul fronte nazionale punta a scollegare il prezzo dell’energia da quello del gas. La Lega promuove da tempo il decreto da 30 miliardi, da finanziare anche con scostamento di bilancio, per prevenire il peggioramento della situazione in autunno. La richiesta di Salvini poi è quella di fondi da destinare a famiglie e imprese e un prezzo amministrato dell’energia che consenta un rincaro massimo del 4%. Sul tetto al prezzo del gas si trova d’accordo anche Forza Italia che preme anche per far pagare le bollette nella stessa misura dell’anno scorso e abbattere l’Iva sui beni di prima necessità come pane, pasta, latte.
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