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Cosa succede con Ita Airways: perché Draghi ha accettato la proposta di Certares e Meloni e Salvini sono “freddi”

01 Settembre 2022 - 04:35 Alessandro D’Amato
ita aiways governo draghi certares cosa succede
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L'ok del Mef potrebbe portare a un atto vincolante prima dell'insediamento del nuovo governo. Lega e FdI protestano. Ma...

Il colpo di scena su Ita Airways è servito. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che la trattativa in esclusiva per la cessione della compagnia che ha raccolto l’eredità di Alitalia sarà avviata con la cordata che vede in prima linea il fondo statunitense Certares, insieme ad Air France-Klm e Delta Airlines come partner commerciali. Respingendo la proposta di Msc Crociere e Lufthansa che sembrava la preferita del presidente Altavilla. Se ora i compratori daranno risposte alle richieste del ministero, si firmerà un “atto vincolante” di cessione della compagnia. Togliendo così l’argomento dall’agenda del prossimo esecutivo. Visto che se si arriva al preliminare di cessione per scioglierlo si dovranno pagare le penali. Una decisione accolta con freddezza da Fratelli d’Italia e Lega. Che però adesso avranno poco spazio di manovra.

Una volta qui era tutta campagna (elettorale)

La vicenda di Ita Airways aveva già fatto capolino in campagna elettorale. La leader di FdI Giorgia Meloni aveva provato a stoppare Draghi sulla vendita dicendo che il governo non doveva proseguire nella trattativa con “i tedeschi” (anche se Lufthansa non avrebbe avuto la maggioranza nell’offerta con Msc). Il premier le ha idealmente risposto con l’ok a Certares. Il fondo è americano. Ma gli appetiti ventennali della politica su Ita potranno comunque essere soddisfatti. Entrambe le cordate valutavano Ita Airways poco meno di un miliardo di euro.

La principale differenza sta nel fatto che la cordata Certares-Delta-Air France-Klm si è detta interessata al 55% dell’ex Alitalia per un controvalore di 600 milioni di euro. Mentre Msc-Lufthansa puntava a rilevare l’80% (il 60% a Msc e il 20% a Lufthansa) per 850 milioni di euro. Nel primo caso il Tesoro manterrebbe una partecipazione del 45%, nel secondo caso solo del 20%. In più l’offerta firmata Certares concederebbe allo Stato italiano due membri del Cda su cinque con ampi poteri di veto sulle scelte industriali e strategiche e la possibilità di nominare il presidente.

Un atto di vendita definitivo

Alla conclusione del negoziato in esclusiva, ha poi precisato il Mef, si procederà alla sottoscrizione di accordi vincolanti solo in presenza di contenuti pienamente soddisfacenti per l’azionista pubblico. Repubblica spiega oggi che ci sono due scenari possibili. Il primo è la firma sul preliminare di cessione con penali che il nuovo governo dovrebbe pagare per strapparlo. Il secondo è il memorandum di intesa. Con la firma su due atti come il Sales and Purchase agreement (spa) e lo Shareholder’s agreement. Contratti vincolati al via libera delle autorità antitrust e della Corte dei Conti. Da lì sarebbe quasi impossibile tornare indietro.

Dal punto di vista industriale il fondo Usa darebbe un ruolo centrale a Roma-Fiumicino, come terzo hub dell’Europa continentale, insieme ad Amsterdam e Parigi. Un gateway per rafforzare le rotte del Nord America e quelle per l’America Latina e l’Africa. In seguito Air France-Klm potrebbe entrare con il 9,9% e Delta Airlines con il 5%. Oltre ad avere la poltrona di presidente, il governo potrebbe anche esprimere gradimento sull’amministratore delegato. E bloccare con i due quinti del CdA ogni decisione importante. Previsto anche un aumento di capitale – una forte immissione di ossigeno – che sarà di 650 milioni da parte del Tesoro e di 600 da Certares. Alla fine la compagnia italiana varrà 1.950 milioni.

Come l’hanno presa Salvini e Meloni

La leader di Fratelli d’Italia Meloni critica il metodo e afferma che non spetta a questo governo decidere: «Solo quando saprò potrò pronunciarmi», dice con parole meno dure del passato. Salvini non parla ma il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti dice che con Certares «non è garantito il futuro della società» perché non si prevede un partner industriale. Ma un retroscena su La Stampa ci informa che nel centrodestra non c’è alla fine un’opposizione forte alla scelta di Draghi. Perché il nuovo governo, quando si insedierà, avrà tanti dossier di cui occuparsi. La soluzione Certares garantisce comunque la possibilità di sedersi attorno a un tavolo e trattare con buoni rapporti di forza. Ecco perché dietro alla “freddezza” di facciata – e da campagna elettorale – potrebbe alla fine nascondersi un happy end.

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