Neonata abbandonata a Monza: perché la madre di Alice ora ha 8 giorni di tempo per riprendersela
La neonata abbandonata davanti al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale San Gerardo di Monza e ritrovata da un’ostetrica sta bene. L’assessora regionale al Welfare Letizia Moratti ha spiegato che la bambina, soprannominata Alice dal nome della donna che le ha salvato la vita, è «tranquilla e in ottime condizioni». La bambina si trova ora «sotto le amorevoli cure di medici e personale sanitario a cui va il ringraziamento dell’intera Regione. Il mio pensiero – ha aggiunto – va anche alla disperazione della madre che l’ha abbandonata in questo modo così rischioso per lei e la bambina». La vicepresidente della Lombardia ha ricordato che si può esercitare il disconoscimento di maternità in ospedale dopo il parto in sicurezza e che le donne in queste condizioni non devono pensare di essere giudicate, bensì privilegiare la loro salute e quella del nascituro affidandosi alle strutture sanitarie.
L’adozione e lo stato di abbandono
Come abbiamo spiegato ieri, per arrivare all’adozione bisognerà certificare lo stato di abbandono. Ma per fare questo prima sarà necessario trovare la madre. E capire se la bambina ha dei parenti fino al quarto grado oltre ai genitori. Solo se non si risale a nulla il Tribunale dei minori aprirà la procedura di adottabilità. Nel frattempo la piccola andrà in una casa famiglia o da una famiglia affidataria. La madre avrà la notifica dell’adottabilità. Il tribunale sceglierà la famiglia per il preaffido della durata di un anno. Esiste una lista di candidati per poter adottare. I requisiti generali sono che i due richiedenti devono essere sposati da minimo 3 anni (inclusa la convivenza se certificata), devono risiedere in Italia e aprire la procedura in cui i servizi sociali attestano le loro capacità, il loro livello economico, la loro affidabilità. Ci sono dei limiti di legge sulla soglia minima e massima di differenza di età tra l’adottato e i potenziali nuovi genitori.
I dieci giorni
Ma, come ricorda oggi l’edizione milanese di Repubblica, la madre ha ancora otto giorni di tempo dei dieci che le assicura la legge per ripensarci. Soltanto passato questo termine, come spiega la presidente del tribunale Maria Carla Gatto, si potrà procedere. «A quel punto il tribunale dei Minori nominerà un tutore e acquisirà la documentazione sulle condizioni della neonata — spiega Gatto — e, se non interverrà alcun riconoscimento, prenderà atto del suo stato di abbandono e la dichiarerà adottabile collocandola in affidamento presso la coppia aspirante adottiva che ha già dato la sua disponibilità e che appare più adeguata a soddisfare le necessità della piccolina». Dal punto di vista penale la madre rischia l’accusa di abbandono di minore e fino a 5 anni di carcere. Anche se, lasciandola davanti all’ingresso di un pronto soccorso pediatrico, si è assicurata che la figlia – con il cordone ombelicale medicato e il pannolino addosso – ricevesse le cure idonee. La polizia sta verificando le immagini delle telecamere della zona per arrivare a un’identificazione.
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