Gas, guerra di nervi: Nord Stream non riapre. Siemens a Gazprom: «I problemi non giustificano lo stop». L’Ue: «Mosca inaffidabile»
Gazprom ha annunciato che il Nord Stream resterà chiuso oltre la data del 3 settembre. Sul suo canale Telegram la compagnia russa comunica di aver individuato alcune perdite di olio durante i lavori di manutenzione in corso alla stazione di compressione di Portovaya, che già avevano comportato la chiusura dei flussi verso l’Europa dal 31 agosto a domani 3 settembre. «I guasti e danni individuati – spiega Gazprom – non consentono un’operatività sicura ed esente da problemi del motore della turbina». Per questa ragione, «il trasporto di gas è stato completamente fermato» e non ripartirà fino a quando i problemi «non saranno eliminati». Il colosso russo, poi, specifica di aver fatto firmare il rapporto di rilevamento delle perdite d’olio anche ai rappresentanti di Siemens, costruttrice della turbina, e di aver inviato una lettera presidente e ceo dell’azienda Cristian Bruch, informandolo sui «malfunzionamenti individuati e la necessità della loro eliminazione». Proprio da Siemens è arrivata a stretto giro la replica: «Perdite di questo tipo normalmente non hanno effetto sull’operatività di una turbina e possono essere sigillate sul posto. Riscontrare un problema di questo tipo non costituisce una ragione tecnica per fermare il funzionamento» del gasdotto.
Le reazioni di Ue e Germania: «Ulteriore conferma dell’inaffidabilità della Russia»
Dopo l’annuncio della compagnia russa è stato il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer ha reagire accusando Gazprom di «totale inaffidabilità». Mamer ha poi definito l’annuncio «una prova del cinismo della Russia, che preferisce bruciare il suo gas piuttosto che onorare i contratti». A fare da eco ai toni duri dell’Ue anche Berlino. La portavoce del ministero dell’Economia tedesco in una nota ha commentato quanto annunciato da Gazprom: «Abbiamo già visto nelle scorse settimane la mancanza di affidabilità della Russia. Per questo abbiamo portato avanti le misure di rafforzamento dell’indipendenza dalle importazioni dei energia russa in modo coerente e impassibile. Così adesso siamo sostanzialmente meglio attrezzati di quanto lo fossimo ancora alcuni mesi fa».
Cingolani: «Il ricatto russo è chiaro»
Per l’Italia il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha parlato di un vero e proprio ricatto russo «ormai chiaro a tutti». Al Tg1 ha poi continuato: «Tra l’altro l’aumento dei prezzi stabilito dal Ttf ha favorito i russi perché ci hanno dato meno gas a prezzo più alto consentendo di introitare un sacco di soldi con cui finanziano la guerra». Alla minaccia della Russia di azzerare i flussi di gas verso l’Europa il ministro risponde: «Mosca non può sospendere così rapidamente le forniture perché non ha altri gasdotti dove mettere questo gas e venderlo altrove. Questa è una partita di poker».
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