«Bastonato e accoltellato per aver chiesto la paga», la denuncia di un bracciante indiano 24enne ai carabinieri di Latina
«Chiedevo solo i miei soldi. Quelli per cui avevo lavorato. E invece mi hanno bastonato. Mi hanno dato delle coltellate sulle braccia e mi hanno inseguito perché volevano pur investirmi». Così inizia il racconto scioccante ai carabinieri di Terracina, nel Lazio, da parte di un lavoratore 24enne di nazionalità indiana. Ieri, 1 settembre, è andato in caserma ancora tremante dalle violenze subite e ha deciso di denunciare quanto accaduto poche ore prima. Il ragazzo era addetto a una stalla in un caseificio di Mesa, frazione di Pontinia in provincia di Latina, e ha raccontato di essere stato «massacrato» di botte per aver lamentato di aver ricevuto solo poche centinaia di euro di stipendio a fronte dei 1200 mensili pattuiti in precedenza. Ha riferito di aver subito una violenta aggressione con un bastone di ferro e un coltello da parte del titolare e del figlio.
Non è la prima volta che accade
Il 24enne è stato poi soccorso da alcuni passanti per poi essere stato trasportato all’ospedale di Terracina, dove ha riportato ferite da arma da taglio a entrambe le braccia. Secondo quanto emerso in queste ore, l’imprenditore sotto accusa non è nuovo a denunce di sfruttamento dei dipendenti. L’ipotesi del reato è quella di lesioni aggravate, ma le autorità sono al lavoro per verificare la veridicità del racconto della presunta vittima. Nell’agro pontino si sono verificati più volte episodi di questo tipo, tanto che lo scorso anno è stata eretta la scultura Le Mani del Rispetto per celebrare l’impegno dei braccianti indiani nella provincia di Latina, spesso sfruttati e costretti a subire abusi su più livelli.
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