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Termosifoni: i controlli e le multe per chi spreca e i consigli low cost per risparmiare

03 Settembre 2022 - 05:57 Alessandro D’Amato
piano governo termosifoni controlli multe come risparmiare
piano governo termosifoni controlli multe come risparmiare
Sanzioni fino a 3 mila euro per gli impianti autonomi e centralizzati. Mentre i condomini prevedono aumenti della rata fino al 40%

Il “Piano di risparmio gas relativo al settore civile, abitativo, residenziale, sia pubblico che privato” del ministro Cingolani avrà anche controlli e multe. Fino a 3 mila euro per chi spreca energia e un occhio speciale sui condomini. Dove il riscaldamento è centralizzato e i controlli sono più semplici. La strategia del governo per il risparmio energetico prevede un ritardo nell’accensione dei termosifoni a partire dalle grandi città che si trovano nella zona climatica E (quella che prevede grandi città come Milano e Torino). L’obiettivo è arrivare almeno al primo novembre. E proprio dai centri urbani partiranno i controlli. E mentre c’è chi pronostica l’aumento delle rate condominiali proprio a causa del riscaldamento, gli esperti spiegano che ci sono metodi semplici per risparmiare: come cambiare le guarnizioni alle finestre.

Sanzioni per i caloriferi

Con ordine. La strategia di Cingolani prevede un abbassamento di 1 o 2 gradi della temperatura del riscaldamento per tutto l’anno. Sia per le utenze autonome che per quelle centralizzate, oltre che per tutte quelle statali. In case e uffici il termostato dovrà fermarsi a 19 gradi per un’ora in meno e con accensione posticipata. C’è però il problema dei controlli. Nell’informativa del ministro al Cdm si parlava di controlli a campione affidati alla polizia locale dei comuni. Insieme a un monitoraggio della rete dei punti di prelievo. Che potrebbe aiutare a stanare velocemente chi non segue le regole. Un ruolo, spiega oggi Il Messaggero, potrebbero averlo anche gli amministratori dei condomini con riscaldamento centralizzato. Che potrebbero essere responsabili della temperatura delle caldaie condominiali.

E le multe? Il quotidiano spiega che un’ipotesi è quella di fare riferimento al Testo Unico dell’Edilizia che risale al 2001. Qui per chi non rispetta i criteri di risparmi energetico la sanzione parte da 516 euro e arriva fino a 2582. Ma un decreto che recepisce una direttiva europea sull’efficienza energetica parla invece di sanzioni da 500 a 3000 euro. Per chi non rispetta gli obblighi sulla manutenzione degli impianti per la climatizzazione invernale. E vale per il proprietario dell’immobile, il conduttore o l’amministratore del condominio. Resta il problema di come controllare prima di sanzionare.

Gli incrementi del metano per il riscaldamento

Intanto però per l’utenza del riscaldamento potrebbe arrivare una nuova beffa. Nonostante il piano per i risparmi, infatti, la rata potrebbe aumentare del 35 o del 40%. Giuseppe Bica, presidente dell’Associazione Nazionale Amministratori di Immobili, dice che si stimano incrementi di spesa importanti che andranno a riflettersi sul pagamento mensile o bimestrale. Che potrebbe incrementare del 10 o del 15%. In attesa del conguaglio che chiuderà i conti. Stefano Casiraghi, esperto di Altroconsumo, spiega però oggi al quotidiano che ci sono anche metodi per risparmiare energia nelle case.

Ogni grado in più di riscaldamento sopra i 20, spiega l’ingegnere, fa incrementare i consumi di una casa dell’8%. Per evitarlo «bisogna intervenire sulle perdite di calore». Per esempio potrebbe essere necessario intervenire sulle guarnizioni delle finestre: «Un altro strumento può essere il paraspifferi che inserito sotto finestre e porte può evitare l’entrata dell’aria gelida». Mentre le tende termiche funzionano per l’estate ma non servono a molto in inverno. Casiraghi consiglia anche di vietare per legge di tenere aperte le porte nei negozi che usano il condizionamento.

Come funzionano oggi le regole sui riscaldamenti in Italia

Come funzionano oggi le regole per accendere e spegnere i termosifoni? Un decreto del 1993 divide l’Italia per zone climatiche con fasce dalla A alla F in base al clima medio registrato, a prescindere dalla latitudine. La zona A è la più piccola e comprende isole come Linosa e Lampedusa o la zona di Porto Empedocle. Qui il riscaldamento è consentito dal primo dicembre al 15 marzo per 6 ore al massimo. Nella zona B c’è il via libera ai termosifoni dal 1 dicembre al 31 marzo, per massimo 8 ore al giorno. Qui ricadono le province di Agrigento, Catania, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani. La zona C prevede il riscaldamento dal 15 novembre al 31 marzo, fino a 10 ore al giorno. In questo ambito territoriale ci sono le città della fascia adriatica nord e le province di Bari, Cagliari, Cosenza, Napoli, Oristano, Salerno e Taranto.

Nella zona D il giorno di accensione è il primo novembre e il periodo va avanti fino al 15 aprile. L’orario massimo di funzionamento non può superare le 12 ore. Ci sono Avellino, Caltanissetta, Firenze, Genova, Livorno, Pisa, Roma, Siena e Vibo Valentia. La zona E prevede l’accensione dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno. Per province come Alessandria, Bergamo, Brescia, Bolzano, Milano, Padova, Torino, Bologna, L’Aquila, Parma, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Arezzo, Perugia e Potenza. La zona F, la più fredda, comprende le Alpi di Belluno e Trento. Qui al momento non ci sono limitazioni per il periodo e l’orario di accensione del riscaldamento.

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