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Pogba ammette di avere pagato uno stregone: «Nessun malocchio contro Mbappé. Era una donazione». L’attaccante del Psg: «Gli credo»

05 Settembre 2022 - 16:57 Michela Morsa
Agli investigatori francesi il centrocampista juventino avrebbe fornito diversi dettagli utili alle indagini sulle minacce e i ricatti di cui sarebbe vittima

Interrogato dagli investigatori francesi, Paul Pogba avrebbe ammesso di aver pagato uno stregone, smentendo però le accuse del fratello Mathias, che in un video diffuso sui social sostiene si sia rivolto a un marabout (uno stregone africano) per gettare il malocchio contro alcuni compagni della nazionale francese, in particolare Kylian Mbappé. Come rivela France Info, Pogba, tornato alla Juve dopo sei stagioni al Manchester United, ad agosto avrebbe fornito diversi dettagli ai magistrati che indagano sulle minacce e i tentativi di estorsione subiti dal calciatore bianconero a opera di una banda di cui farebbero parte anche i fratelli maggiori (e gemelli) Mathias e Florentin. In base ai verbali, il centrocampista avrebbe confermato di aver dato dei soldi allo stregone, ma come «donazione per un’associazione che aiuta i bambini in Africa». Tra l’altro oggi, per la prima volta, Mbappé ha commentato la vicenda in cui è stato indirettamente tirato in ballo: Pogba «mi ha chiamato e mi ha dato la sua versione dei fatti. Io preferisco avere fiducia nella parola di un compagno di squadra», ha detto l’attaccante del Paris Saint-Germain, che domani sera scenderà in campo proprio contro la Juventus per la prima partita della fase a gironi di Champions League.

La vicenda

La storia di minacce e ricatti, su cui ormai indagano anche i pm italiani, sarebbe cominciata nella primavera scorsa, quando Pogba era ancora nel Regno Unito. Quando a fine marzo il giocatore si è recato a Lagny-sur-Marne, località francese dove vive la sua famiglia, sarebbe stato sequestrato in un appartamento da due uomini incappucciati con fucili d’assalto. A quel punto una banda, composta a detta di Pogba da ex amici di infanzia e dai suoi fratelli, gli avrebbe chiesto 13 milioni di euro a titolo di pagamento per presunti servizi di «protezione» e «sicurezza» che gli avrebbero garantito da quando aveva 13 anni. Lo stesso ricatto si sarebbe ripetuto a Manchester ad aprile e il 14 luglio fuori dal centro di allenamento della Juventus a Torino. A luglio, poi, la madre del campione sarebbe stata minacciata a casa sua, spingendo Pogba a chiedere l’aiuto del capo della sicurezza dei Bleus. Il centrocampista juventino avrebbe ammesso agli inquirenti italiani e francesi di aver già versato 100 mila euro alla banda, nella speranza di liberarsi degli estorsori. Che invece avrebbero aumentato minacce e pressioni proprio in seguito all’annuncio del suo trasferimento alla Juve, dove guadagnerà 10 milioni di euro compresi i bonus. «Penserai a noi ora», è un sms inviato dal fratello Mathias a maggio, mostrato alla magistratura da Pogba. Il fratello lo avrebbe accusato di non averlo mai aiutato economicamente, ma, secondo il calciatore, sarebbe a sua volta vittima di minacce e ricatti.

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