Abbassare i termosifoni e docce più brevi: cosa prevede il piano di Cingolani per ridurre i consumi di gas
Stretta sui sistemi di riscaldamento, promozione di comportamenti virtuosi e, sul breve periodo, ritorno al carbone. Il ministero della Transizione ecologica ha svelato oggi il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, che contiene le linee guida del governo in vista dell’inverno. Un insieme di misure che, pur confermando gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030, ha l’obiettivo di consentire nel medio termine – ossia a partire dalla seconda metà del 2024 – di «ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo e comunque di ridurre l’uso del gas in generale».
I riscaldamenti
Ma cosa prevede di preciso il piano messo a punto dal dicastero di Roberto Cingolani? Innanzitutto, come annunciato negli scorsi giorni, una stretta sui riscaldamenti. «I limiti di esercizio degli impianti termici sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di un’ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione», si legge nel regolamento del Mite pubblicato oggi.
La riduzione della durata di accensione dei caloriferi seguirà un meccanismo diviso per fasce regionali. In zona A, i riscaldamenti saranno accesi per un massimo di cinque ore giornaliere dall’8 dicembre al 7 marzo. In zona B per un massimo di 7 ore giornaliere dall’8 dicembre al 23 marzo. In zona C per un massimo di 9 ore giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo. In zona D per un massimo di 11 ore giornaliere dall’8 novembre al 7 aprile. In zona E, infine, per un massimo di 13 ore giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile.
Oltre alla durata, il piano del ministero prevede una riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici: da 20 a 19 per abitazioni ed edifici pubblici, da 18 a 17 per le attività industriali. Fanno eccezione le utenze considerate «sensibili», come ospedali e case di ricovero. Per tutti gli altri, il rispetto delle misure sarà affidato più alla responsabilità dei cittadini che a un sistema di controlli a tappeto. Il piano, tuttavia, prevede controlli a campione per gli edifici pubblici e i grandi locali commerciali.
Le misure raccomandate e gli effetti sperati
Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento dei consumi dovrebbero portare, secondo le stime del governo, ad un risparmio potenziale «di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi)». Dal punto di vista della generazione di energia elettrica, infatti, il governo ha puntato sulla produzione a carbone e olio delle centrali esistenti.
Misure che, si legge nel piano, sono complementari ad altre azioni già in corso «per aumentare la produzione di energia elettrica rinnovabile e di gas rinnovabili (biometano e idrogeno) attraverso l’accelerazione delle procedure di installazione e il supporto agli investimenti, anche tramite le riforme e le risorse previste nel PNRR». A tutte queste misure, spiegano dal ministero, si aggiungono poi una serie di «misure comportamentali» da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione.
Tanti i consigli contenuti nel piano: abbassare la temperatura dell’acqua in casa e ridurre la durata della doccia, abbassare il fuoco dopo l’ebollizione dell’acqua in cucina, avviare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico e staccare le spine elettriche quando gli elettrodomestici non sono in funzione. Per chi se lo può permettere, poi, il governo consiglia di sostituire gli elettrodomestici e i climatizzatori ad alto consumo con apparecchi più efficienti, installare nuove pompe di calore elettriche al posto delle vecchie caldaie a gas e pannelli solari termici per produrre acqua calda. L’insieme di queste misure comportamentali, secondo le stime del governo, potrebbe portare il risparmio totale di gas a 8,2 miliardi di metri cubi. Una cifra che corrisponderebbe alla riduzione del 15% dei consumi totali richiesta dall’Unione Europea.
Per quanto riguarda gli stoccaggi in vista dell’inverno, invece, nessun allarme in vista, secondo il ministero. All’1 settembre, infatti, il livello di riempimento ha toccato l’83%, un valore in linea con gli obiettivi del governo e – si legge nel piano del Mite – «fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno».
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