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Test di Medicina, da Torino a Palermo le proteste degli studenti davanti alle università: «Stop al numero chiuso» – I video e le foto

06 Settembre 2022 - 12:58 Giada Giorgi
A Roma un flash mob davanti a La Sapienza: «Inaccettabile che sia la fortuna a determinare il destino di migliaia di giovani»

Mentre oltre 65mila aspiranti dottori e dottoresse tentano il test d’ingresso a Medicina e Chirurgia, con la speranza di aggiudicarsi uno dei 15.876 posti disponibili, in diverse città d’Italia gli studenti scendono in piazza per protestare contro «il numero chiuso che fa scappare all’estero migliaia di ragazzi ogni anno e che lascia il Paese senza assistenza medica». A Palermo il sit in di protesta si è tenuto davanti all’università della città, organizzato dal Laboratorio studentesco autonomo. «La pandemia non ha insegnato nulla. Stop ai test d’ingresso», si legge su uno degli striscioni appesi di fronte l’edificio universitario. Al megafono Giovanni Castronovo del Laboratorio studentesco parla di un «sistema sanitario inadeguato», di «fondi e di strumentazione che mancano», e soprattutto di «personale sanitario assente». E aggiunge: «Nonostante tutto questo, invece di investire per garantire un sistema sanitario che sia davvero pubblico ed efficiente, in grado di aiutare chi sta male e non può permettersi di andare a curarsi nelle cliniche private, ci ritroviamo ancora con il numero chiuso che ogni anno impedisce a più di 50 mila aspiranti medici di esercitare il proprio diritto allo studio per poi garantire a tutti il diritto alla salute». A Palermo quest’anno sono disponibili 475 posti. Un numero che gli studenti definiscono «una miseria», un altro motivo che «costringerà migliaia di ragazzi a iscriversi in altre facoltà, a emigrare o addirittura a non frequentare l’università».

FACEBOOK|LABORATORIO STUDENTESCO AUTONOMO | Sit in di protesta degli studenti contro il numero chiuso davanti l’Università di Palermo

Roma, flash mob davanti a La Sapienza

«Bisogna fare come in Francia. Il test e il numero chiuso va eliminato. Tutti devono avere la possibilità di mettersi alla prova». A Roma in migliaia si sono presentati per tentare di entrare nell’ambìta facoltà di Medicina e Chirurgia. Alcuni però protestano: «Con il Covid abbiamo visto quanto i medici siano necessari. Oltre alle difficoltà e alle nottate sui libri, gli studenti si sentono pronti e ad affrontare questa giornata, da tutti, però, è stata espressa una consapevolezza: a medicina c’è una selezione naturale già al primo anno. Bisogna fare come in Francia». Un giovane candidato invece arriva in ritardo e trafelato ai test di Medicina. Nei pochi metri che lo separano dall’ingresso all’università, gli succede di tutto: una suora lo investe in bici, un cuoco che passa da quelle parti gli rovescia del sale addosso e nel frattempo un calciatore con una maglia viola numero 17 lo intralcia palleggiando e si ritrova a passare sotto una scala trasportata da due operai. «Tranquilli è solo un flash mob», si legge su uno striscione, «la fortuna non determina il tuo futuro, le tue azioni sì. Entri a medicina perché è giusto!».

Il flash mob, organizzato dallo studio di avvocati Consulcesi, sarebbe «un’iniziativa “antisfiga” per sensibilizzare e portare l’attenzione sulla necessità di rivedere il processo di selezione dei medici». Il presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella spiega: «Troviamo inaccettabile che sia la fortuna a determinare il destino di questi giovani studenti e, di conseguenza, il destino del nostro prezioso Servizio sanitario nazionale. Sappiamo che dal prossimo anno ci sarà la riforma, ma al momento sul nostro portale i candidati continuano a chiederci supporto, ci dicono di essere spaesati, di non avere garanzie su quello che succederà». Nello stesso tempo i giovani della Fgc protestano davanti all’ingresso per dire basta ai test: «La pandemia l’ha dimostrato, il numero chiuso va cancellato».

La protesta a Torino: «Numero chiuso strumento per smantellare la sanità pubblica»

Anche al Lingotto di Torino, sede dei test di ammissione, i militanti del Fronte della Gioventù Comunista hanno protestato contro il numero chiuso. «Il Sistema Sanitario Nazionale ha dimostrato tutte le sue debolezze strutturali, frutto di smantellamento sistematico», spiegano, «dal 2010 a oggi, più di 170 presidi ospedalieri (15%) e 800 poliambulatori sono stati chiusi in tutto il paese. Contemporaneamente gli istituti di cura privati hanno proliferato e costituiscono ora più del 48% delle strutture sanitarie totali». Il riferimento è anche alla campagna elettorale e alle prossime elezioni su cui i ragazzi mostrano totale sfiducia: «Oggi non c’è promessa elettorale che tenga, perché tutti i principali partiti ne sono stati complici. Non sono bastati neanche due anni di pandemia e oltre 170 mila decessi per indurre un cambiamento di rotta». Poi l’attacco contro il test d’ingresso di Medicina: «Con la retorica della meritocrazia, fittizia nei fatti, si sostiene un numero chiuso nei corsi di medicina e professioni sanitarie che, fin dalla sua istituzione, è stato uno degli strumenti con cui si è proceduto allo smantellamento della sanità pubblica».

Fronte della Gioventù comunista | Studenti in protesta contro il numero chiuso davanti il Lingotto Fiera di Torino
ANSA/JESSICA PASQUALON | Studenti davanti al Lingotto Fiere in attesa di entrare di per il test di ammissione alle facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’Università degli Studi di Torino

A Catania «contro la sanità voluta dai padroni»

Anche a Catania davanti alla Cittadella universitaria una ventina di militanti del FGC hanno protestato contro il test d’ingresso. «Quella contro il numero chiuso», ha detto Francesca D’Addeo, «è la lotta degli studenti per costruire un sistema sanitario migliore, in grado di farsi carico della salute di ciascuno e rispondere alle situazioni di emergenza. Abolire il numero chiuso contro la sanità voluta dai padroni».

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