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Boris Johnson, il discorso di addio a Downing Street: «Fiero di quello che ho fatto». E si paragona al dittatore Cincinnato

06 Settembre 2022 - 11:50 Antonio Di Noto
Il primo ministro uscente: «Al governo che verrà offrirò il mio più fervente supporto»

Nel Regno Unito è il giorno del passaggio di consegne a Downing Street. L’ormai ex primo ministro Boris Johnson lascia per fare posto a Liz Truss, che ieri ha preso la guida dei Tory, e oggi diventerà ufficialmente la terza prima ministra donna del Regno Unito, dopo Margareth Thatcher e Theresa May. Nel suo discorso di addio, Johnson ha detto: «Sono come uno di quei razzi di lancio che ha espletato la propria funzione e adesso rientra dolcemente nell’atmosfera immergendosi senza farsi vedere in qualche remota regione del Pacifico». BoJo si è anche paragonato Lucio Quinzio Cincinnato. Come il politico dell’antica Roma, «sto ritornando al mio posto. E al governo che verrà non offrirò null’altro che il mio più fervente supporto». Il riferimento a Cincinnato – due volte dittatore nel V secolo a.C. – viene interpretato come un segno della volontà di BoJo di fare ritorno al numero 10 di Downing Street. L’ex sindaco di Londra ora è diretto in Scozia, dove passerà il testimone all’ex ministra degli esteri Liz Truss.

«Fiero dell’operato del governo»

L’ex leader dei conservatori si è detto «fiero» dell’operato del suo governo. Ha menzionato il sostegno che il Regno Unito ha dato all’Ucraina, grazie al quale il Paese invaso dalla Russia potrebbe – a suo dire – ribaltare le sorti «della peggiore guerra in Europa in 40 anni». Johnson non ha mancato di criticare il presidente russo Vladimir Putin, che – dice – non riuscirà a «bullizzare» il Regno Unito. Il primo ministro uscente ha poi parlato della Brexit, che ha «restituito il controllo» delle leggi e dei confini del Regno e che, ha proseguito Johnson, ha dato prosperità al Paese. Johnson ha chiuso il suo discorso con un teatrale «This is it folks» («Questo è tutto, gente»). I suoi tre anni a Downing Street sono stati macchiati dal Partygate, con il primo ministro che festeggiò con amici quando l’intero Paese era in lockdown, e dallo scandalo Chris Pincher, il vicecapogruppo Tory alla camera che avrebbe palpeggiato due uomini in un club di Londra.

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