Le 5 mosse Ue per il risparmio energetico, il piano sul tavolo della Commissione. L’ipotesi: dal 1° novembre taglio del 10% sull’elettricità
Taglio del 10% dei consumi di elettricità, tetto europeo al prezzo del gas russo e limiti al fatturato delle compagnie che producono energia elettrica a basso costo. È quanto emerge dall’ultima bozza del documento su cui è al lavoro l’esecutivo Ue e che contiene la strategia di Bruxelles per affrontare la crisi energetica. Secondo Askanews, sono cinque le misure che la Commissione Europea si appresta a presentare nei prossimi giorni.
Il taglio ai consumi
La prima misura a cui sta lavorando l’Ue, secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbe essere il taglio dei consumi di elettricità. La Commissione, infatti, potrebbe imporre agli Stati membri l’impegno vincolante di ridurre i propri consumi di elettricità del 10%. Una percentuale che scenderebbe al 5% nelle ore di punta. Il taglio dei consumi dovrebbe restare in vigore dal 1° novembre al 31 marzo 2023 e si aggiungerebbe al taglio del 15% dei consumi di gas imposto dall’Ue nelle scorse settimane. Ma come funzionerebbe concretamente la proposta della Commissione Europea? Ogni mese, gli Stati membri dovranno identificare le ore di picco per l’uso di energia elettrica e impegnarsi a ridurre i consumi per tale fascia oraria. Il taglio consisterà nella differenza tra i consumi netti, individuati nelle ore di punta identificate, e i consumi medi in analoghi periodi dell’anno, tenendo conto anche dell’effetto della temperatura.
Il price cap all’energia prodotta da rinnovabili
Un’altra misura al vaglio della Commissione, che potrebbe essere inserita nel piano definitivo, riguarda il limite ai ricavi per l’energia elettrica prodotta a basso costo da fonti diverse dal gas, in particolare da fonti rinnovabili. La Commissione, infatti, ipotizza di imporre un tetto massimo di 200 euro/MWh all’energia prodotta con eolico, solare (termico e fotovoltaico), geotermico, idroelettrico, biomasse e gas di discarica. Secondo la presidente Ursula von der Leyen, le aziende che producono energia con questi sistemi stanno registrando utili inattesi, «che non riflettono i costi di produzione». Saranno esclusi da questa misura, invece, i progetti dimostrativi, così non da non penalizzarne lo sviluppo tecnologico.
Le altre misure
Il pacchetto di misure dell’Ue contro la crisi energetica verrà discusso venerdì tra i ministri dell’Energia europei e, sempre secondo Askanews, dovrebbe contenere altre tre proposte. Innanzitutto, l’imposizione di un tetto al prezzo del gas importato della russia, così da «ridurre le entrate» con cui il Cremlino finanzia la guerra in Ucraina. La Commissione, poi, valuterà di imporre un tetto ai ricavi anche per le aziende che operano su fonti fissili. Infine, l’Ue studierà sostegni in forma di liquidità o garanzie pubbliche per le aziende energetiche in difficoltà. Attraverso tutte queste misure, Bruxelles punta a far aumentare le entrate degli Stati membri, che potranno così finanziare attività a sostegno dei cittadini, distribuire sovvenzioni in base ai consumi oppure sostenere gli investimenti negli stoccaggi. Le indicazioni della Commissione, inoltre, prevedono che questi fondi non dovrebbero essere utilizzati per sostenere consumatori diversi dalle famiglie o dalle singole e medie imprese.
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