François Hollande: «Putin lavora per far vincere la destra in Italia. Salvini è al servizio della sua strategia»
L’ex presidente della Francia François Hollande ha appena pubblicato un libro dal titolo “Bouleversements”. Nel quale racconta i suoi incontri con Vladimir Putin, definito un «abile bugiardo». E oggi, in un’intervista rilasciata a Repubblica, dice che lo Zar oggi «spera e lavora a una vittoria delle estreme destre in Italia». Hollande fa notare ad Anais Ginori che «Fratelli d’Italia è il movimento ereditato da Giorgio Almirante, già legato al Front National di Jean-Marie Le Pen, cioè ai neofascisti. La fiamma nel simbolo del Front National proviene dal Msi. L’esempio italiano può rafforzare la strategia che Marine Le Pen ha intrapreso da dieci anni. Ovvero presentarsi come un partito tra i tanti, prendendo in prestito dalla sinistra il discorso sociale e dalla destra le invettive sulla sicurezza e l’immigrazione». Per l’ex presidente sulla guerra in Ucraina «l’Italia ha mantenuto una posizione netta con Mario Draghi. Le sanzioni sono state approvate e il governo è stato molto duro con Putin. Ma ora? Il leader russo punta sul sentimento di stanchezza che può insinuarsi in Italia e nelle nostre opinioni pubbliche. Il problema tra democrazie e regimi autoritari è il rapporto con il tempo. Siamo dentro all’immediatezza, alla convulsione dei giudizi, al ripetersi delle elezioni». I regimi, spiega Hollande, non hanno questo problema.
Meloni e l’Europa «lavatrice»
Poi l’accusa a Matteo Salvini: «è al servizio diretto della strategia di Putin. Il leader russo sta aspettando e lavorando per l’arrivo dell’estrema destra che quando sarà al potere potrebbe fare i suoi interessi, ovvero mettere in discussione il principio stesso delle sanzioni. Questo è il rischio del nuovo governo italiano: sceglierà la rinuncia e il disonore? È l’esempio peggiore che ci potrebbe essere. Dopo l’Ucraina, altri paesi potrebbero essere minacciati. E gli americani potrebbero domandarsi perché venire in soccorso dell’Europa se gli europei non sono pronti a difendere la propria sicurezza e libertà». Infine, Hollande dice che difficilmente l’Europa porrà ostacoli alla leadership di Giorgia Meloni: «Fondamentalmente l’Europa è una lavatrice che sbianca qualsiasi dirigente politico. Guardate Viktor Orban: riceve da altri leader pacche sulle spalle anche se difende posizioni del tutto inaccettabili da un punto di vista democratico. Succede lo stesso con il primo ministro polacco. Se Meloni rappresenterà l’Italia come premier, siederà al tavolo del Consiglio europeo come qualsiasi altro leader, ma sarà soggetta a tutte le regole dei trattati, a meno che non provochi una crisi».