Lavrov frena i negoziati di pace mentre Kiev avanza: «Ci sono complicazioni che ritardano la trattativa»
«La Russia non si rifiuta di trattare con l’Ucraina, ma gli ulteriori alcuni ritardi causati da Kiev renderanno più complicato raggiungere un accordo con Mosca». Sono queste le ultime dichiarazioni del ministro degli esteri russo Sergej Lavrov al canale televisivo nazionale Russia 1, citato dall’agenzia stampa di Mosca Tass. Insomma, secondo il Cremlino, sarebbe l’Ucraina quella che si rifiuta di negoziare, e non la Russia. «Più continuano a ritardare le negoziazioni, e più difficile sarà per loro negoziare con noi», ha ribadito il ministro del presidente Vladimir Putin. Le condizioni a cui Lavrov fa riferimento, sono rappresentate dalla richiesta dell’Ucraina di ritornare alla disposizione territoriale in essere prima del 24 febbraio scorso, quando ha avuto inizio l’invasione corrente.
La replica di Kiev e le richieste per riaprire le negoziazioni
Kiev, dal canto suo, ha ribadito questa posizione, per parola di Mykhailo Podolyak, consigliere presidenziale del capo dello Stato ucraino Volodymyr Zelensky. «Solo l’Ucraina determina l’agenda dei negoziati. E cioè: la liberazione di tutti i territori; il pagamento dei danni da parte della Russia; la punizione dei criminali di guerra», ha scritto il funzionario su Twitter in risposta alle accuse russe, ricordando che: «I nostri partner sostengono pienamente questo formato. Non ci sono altri accordi o pressioni». Il battibecco tra i due arriva mentre si fanno sempre più insistenti le notizie di un’efficace controffensiva ucraina portata avanti nell’est del Paese, di cui la Russia si era assicurata il controllo cinque mesi fa. Secondo Kiev sarebbero 3000 i chilometri quadrati di territorio riconquistati da inizio settembre ad oggi. I dati comunicati dalle forze armate ucraine sono stati confermati dall’intelligence britannica.
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September 11, 2022
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