Scuola, primo giorno senza mascherine, ma resta il nodo caro energia. Bianchi: «La settimana corta non è tra i piani del governo»
Il ministro Patrizio Bianchi la chiama: «La scuola della ripartenza». Oggi, 12 settembre, per molti alunni italiani è suonata la prima campanella dell’anno scolastico. Dopo due anni di pandemia, non ci saranno né mascherine né Dad né tantomeno green pass ma solo delle linee guida da seguire in caso di contagio, o sospetto tale, da Covid-19. «Tutto il Paese ha bisogno di ripartenza, di guardarsi negli occhi. Abbiamo perso molto, ma siamo pronti per ogni evenienza», ha commentato il ministro dell’Istruzione intervistato da Uno Mattina. Messa da parte la questione degli insegnanti mancanti – «abbiamo mantenuto il numero di docenti che avevamo prima del Covid» -, Bianchi ha parlato dell’ipotesi settimana corta per ridurre i consumi di energia: «Il governo non ne ha mai parlato». Una soluzione che sembra non essere in discussione, in quanto il ministro assicura che la scuola deve essere l’ultima a fare i conti con il prezzo del gas, «abbiamo già dato al Paese». Non è dello stesso parere Attilio Fontana, che vede nella «riduzione di un giorno scolastico, togliendo il sabato, una strada già sperimentata altrove senza conseguenze negative». Intervistato a Rtl 102.5, il presidente della Regione Lombardia suggerisce comunque di individuare altri modi per risolvere il problema, come ad esempio «investendo di più per rendere più autonomo il Paese». Sono più di un milione gli studenti lombardi che oggi tornano a scuola: «Ci siamo attrezzati per non avere intoppi», assicura Fontana, «c’è la grande novità che si ricomincia senza limitazioni, diciamo che si ricomincia a vivere la normalità».
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