Avanzata ucraina, Kiev esulta: «Ripresi 6mila km quadrati ai russi. Mosca non manda più rinforzi»
«Il comando militare della Federazione russa ha sospeso l’invio di nuove e già formate unità nel territorio dell’Ucraina». Ad annunciarlo è lo Stato maggiore di Kiev sui suoi canali social, a seguito di un’intensa controffensiva ucraina che sta cambiando gli asset della guerra. «L’attuale situazione nel teatro delle operazioni e la sfiducia nei confronti del comando superiore hanno costretto un gran numero di volontari a rifiutare categoricamente la prospettiva del servizio in condizioni di combattimento», si legge nella dichiarazione. Riferiscono poi che a Mosca la situazione è in continuo peggioramento, soprattutto a causa della gestione dei propri feriti e morti. «In particolare, negli ospedali russi, le diagnosi e la natura delle lesioni da combattimento – spiegano – sono deliberatamente semplificate e non viene concesso alcun tempo per la riabilitazione al fine di riportare rapidamente i militari nella zona di combattimento».
La strategia di Putin
Il Cremlino non ha ancora replicato in merito a questa sospensione. Quel che è chiaro è che la decisione arriva a seguito di giorni in cui le forze di Zelensky hanno guadagnato molto terreno, soprattutto nella regione di Kharkiv. Ad oggi sono a 6.000 chilometri quadrati di terreno ripreso ai russi, secondo quanto dichiarato dalla viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar. Ieri sera, 11 settembre, è arrivata la prima risposta di Vladimir Putin alla controffensiva di Kiev: bombardamenti contro infrastrutture civili che hanno lasciato diverse zone senza riscaldamento ed elettricità. Ora, il presidente russo si trova di fronte a tre possibili opzioni: la mobilitazione generale dell’esercito, l’escalation nucleare oppure l’attesa.
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