Le stragi di civili e le torture con l’occupazione russa, nuove scoperte nell’Est Ucraina liberata: «A Izjum 1000 morti»
Con l’avanzare delle truppe ucraine, che stanno riconquistando alcune zone precedentemente occupate dall’esercito russo nell’est del Paese, inizia anche il triste bilancio dei danni e delle vittime nelle zone liberate. A Izjum, il principale dei centri riconquistati dalle forze di Kiev nell’oblast di Kharkiv, sarebbero morti almeno 1000 abitanti e l’80 per cento degli edifici sarebbe stato distrutto, mentre il sistema di riscaldamento è stato gravemente danneggiato durante la permanenza dell’esercito russo. Ad annunciarlo il consigliere comunale Maksym Strelnikov, citato dalla Cnn: «Le informazioni sulle vittime dell’occupazione devono essere chiarite, perché gli invasori hanno cercato di nascondere i loro crimini», ha detto. A Zaliznychne, un villaggio a metà strada tra Izjum e Kharkiv, sono stati rinvenuti i cadaveri di quattro civili con segni di tortura. Tre di loro, secondo quanto riporta la procura generale ucraina su Telegram, erano sepolti nei giardini delle loro case e un quarto vicino a una fabbrica di asfalto. Il loro ritrovamento è avvenuto grazie alle segnalazioni degli abitanti del luogo. La procura ha annunciato che i resti saranno sottoposti all’autopsia.
I crimini di guerra a Bucha
Scoperte che si aggiungono ai crimini di guerra già denunciati nei primi mesi dell’invasione, quando la ritirata dell’esercito russo dalle regioni circostanti la capitale ucraina, a fine marzo, aveva rivelato gli orrori commessi sulla popolazione civile di Bucha, Irpin e altre città della zona. In precedenza, oggi, un altro macabro ritrovamento, denunciato su Facebook dalla deputata Maryana Bezugla: una «stanza delle esecuzioni» nel seminterrato di un’abitazione di Balakliya, un’altra città nell’oblast di Kharkiv. La deputata ha pubblicato alcune foto della stanza, all’interno della quale c’erano una sedia con un martello, del nastro adesivo e dei guanti usati.
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