Ucraina, nuova bozza sul trattato di sicurezza, Italia tra i garanti. Medvedev: «Prologo della Terza guerra mondiale»
La nuova bozza delle garanzie di sicurezza che il governo ucraino intende richiedere, è stata pubblicata. Visti i progressi della controffensiva sulla Russia, Kiev torna a indicare una lista di Paesi garanti. Si tratta di un blocco di Stati che dovrebbero impegnarsi per tutelare l’Ucraina contro future aggressioni. In sostanza, una cooperazione internazionale che prevede misure preventive da attuare in caso di attacco, che riguardano il comparto militare, quello finanziario, l’infrastrutturale il tecnico e l’informativo. I Paesi indicati sono alcuni membri dell’Unione europea, Italia compresa, gli Usa, il Regno Unito, l’Australia, il Canada e la Turchia. Intitolato Trattato di Kiev sulla sicurezza, è stato presentato da Andriy Yermak, capo dello staff del presidente Volodymyr Zelensky, e dall’ex segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. Come riferito da alcune fonti dell’amministrazione americana al New York Times, Yermak ha parlato più volte con il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan. Conversazioni nelle quali è stata pianificata la strategia della controffensiva mesi prima del suo reale inizio, anche grazie alla cooperazione tra il generale Mark Milley e i dirigenti militari ucraini.
La risposta di Medvedev
Collaborazioni che, con il Trattato, diventerebbero ufficiali anche per un ipotetico altro attacco futuro, anche se Dmitry Medvedev è sicuro che nessuno lo firmerà. Dal suo canale Telegram, il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo sostiene che questa bozza delle garanzie di sicurezza è «di fatto un prologo alla terza Guerra Mondiale». Per questo motivo, «naturalmente, nessuno darà alcuna garanzia ai nazisti ucraini, dopotutto è quasi come applicare l’Art. 5 del Trattato della Nato». Il messaggio dell’ex presidente russo conclude con una minaccia: «Se questi idioti continueranno a pompare senza freni il regime di Kiev con i tipi di armi più pericolosi, prima o poi la campagna militare passerà a un altro livello».
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