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Fondi ai partiti, arriva la replica dell’ambasciata russa a Roma: «Nessuna prova, gli Usa vogliono manipolare le elezioni»

14 Settembre 2022 - 18:10 Redazione
ambasciatore razov solid ambasciata russa
ambasciatore razov solid ambasciata russa
Il commento dell'ambasciata al report dell'intelligence di Washington diffuso sui canali social

L’ambasciata russa a Roma, guidata dal Sergey Razov, ha commentato le rivelazioni dell’intelligence statunitense in merito ai presunti fondi erogati da Mosca ai partiti di 24 Paesi, allo scopo di influenzarne la politica. Si tratterebbe di un totale di 300 milioni di euro trasferiti a partire dal 2014. «Gli Stati Uniti stanno ancora una volta tentando di accusare la Russia di ingerenze negli affari interni dei paesi occidentali, in particolare nel processo elettorale», ha scritto l’ambasciata in un post ufficiale diffuso sui suoi canali social. «L’assenza di prove non convince. E che cosa sarebbe questo se non uno sfrontato tentativo di manipolare l’opinione pubblica alla vigilia delle elezioni?». Al momento, il Dipartimento di Stato degli Usa ha fatto sapere tramite un suo portavoce di non voler fornire altri dettagli sui paesi coinvolti, ma i media statunitensi hanno parlato di Albania, Montenegro, Madagascar e potenzialmente anche Ecuador.

Urso: «Al momento l’Italia non risulta coinvolta»

Il presidente del Copasir Adolfo Urso ha parlato a margine di un punto con la stampa italiana a Washington, dicendo di aver convocato una riunione del Comitato per la sicurezza venerdì. «Al momento l’Italia non risulta tra i Paesi coinvolti – ha dichiarato – ma le cose possono sempre cambiare. Per questo, approfondiremo la questione con Franco Gabrielli nei prossimi giorni». Roma avrebbe chiesto a Washington di sapere se nel dossier c’è anche l’Italia e, in caso, chi siano i politici coinvolti. Ma gli Stati Uniti avrebbero fornito risposte evasive, motivate dal fatto che l’operazione sarebbe ancora in corso.

Di Maio: «I dossier potrebbero essere più di uno»

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in risposta alle dichiarazioni di Urso, ha detto che «il dossier potrebbe non essere uno. Il presidente Urso fa una dichiarazione molto cauta, non esistono affermazioni di assoluta certezza». Durante un intervento a Tagadà su La7, ha aggiunto: «Quello che so è che dobbiamo fare una commissione d’inchiesta, dobbiamo vedere se c’è qualcuno che ci ha venduto a Putin. Perché se c’è è il colpevole del perché stanno arrivando bollette dieci volte quello che costavano un anno fa, altro che sanzioni. Se c’è stata questa dinamica la dobbiamo accertare».

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