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Fondi russi ai partiti, la risposta di Washington alle polemiche: «Non daremo altri dettagli». Media Usa: i Paesi coinvolti

14 Settembre 2022 - 16:27 Redazione
La rivelazione dei servizi segreti americani ha scatenato durissime polemiche nella campagna elettorale italiana. Con in testa Salvini che ha preteso «nomi e cognomi» di chi avrebbe incassato soldi da Mosca

«Non entreremo nello specifico delle informazioni di intelligence, ma siamo stati chiari in merito alla nostra preoccupazione sull’attività della Russia per influenzare il processo democratico in vari Paesi nel mondo, compreso il nostro». Il Dipartimento di Stato degli Usa fa sapere tramite un suo portavoce che, appunto, non fornirà altri dettagli sulla revisione dei servizi segreti sui finanziamenti russi a determinate forze politiche straniere. Le indagini hanno portato alla luce i trasferimenti per oltre 300 milioni di dollari a candidati e partiti in 24 Paesi di tutto il mondo a partire dal 2014. Tra questi, sono emersi i nomi di Albania, Montenegro, Madagascar e potenzialmente anche Ecuador. Oltre a un altro Stato asiatico non meglio specificato. «L’influenza politica russa pone una sfida importante agli Stati Uniti e ad altre democrazie nel mondo», continuano dal Dipartimento, «abbiamo lavorato per renderla pubblica dopo averla scoperta. Dobbiamo lavorare con i nostri alleati nel mondo per rivelare gli sforzi di influenza russa e aiutare altri Paesi a difendersi contro questa attività». In discussione ci sarebbe anche il ruolo degli Stati Uniti. Anche se quest’ultima revisione non ha affrontato le attività russe in territorio statunitense, è già stato provato attraverso il lavoro delle agenzie di spionaggio e di un’indagine bipartisan del Senato come la Russia abbia lanciato una campagna per interferire nelle elezioni presidenziali del 2016 per assistere l’allora candidato Donald Trump.

Le reazioni in Italia

Anche se non è stata rivelata la presenza o meno dell’Italia tra i 24 Paesi interessati, la politica si è di nuovo accesa sulla questione dei presunti legami di alcuni partiti con la Russia. Tra chi chiede chiarezza ci sono il segretario del Pd Enrico Letta e Carlo Calenda: «I nomi di politici o partiti italiani che hanno ricevuto finanziamenti dalla Russia devono essere resi noti prima del voto», ha scritto il fondatore di Azione su Twitter. Lato Lega, intorno alla quale sono ancora vive le polemiche circa alcuni incontri con funzionari russi nella scorsa primavera, Matteo Salvini ribadisce come prendere finanziamenti dall’estero «più che alto tradimento, è illegale», che non ha mai chiesto e preso «soldi, rubli, euro, dinari, dollari dalla Russia» e che querelerà «chiunque citi impropriamente il partito» e il suo segretario. Nel frattempo, il presidente del Copasir Adolfo Urso conferma come «al momento non esistono notizie che ci sia l’Italia» tra i Paesi coinvolti, anche se «è evidente che l’ingerenza straniera esiste e che Russia e Cina tentano di delegittimare in vari modi le nostre democrazie e noi dovremo contrastarle». Il prossimo venerdì, 16 settembre, potrebbe esserci una riunione del Copasir alla quale parteciperà anche Franco Gabrielli, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica.

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