Hackerato il profilo Twitter del ministero di Cingolani: spuntano foto e nome del programmatore russo Buterin
Non più Mite, ma Vitalik Buterin: questo il nome apparso sul profilo Twitter del ministero della Transizione ecologica, hackerato questa mattina da persone sconosciute. Il nome usato, e la foto profilo apparsa, sono quelli del programmatore russo che ha fondato Ethereum (uno dei maggiori fornitori
al mondo di criptovalute). Immediatamente scattato il leader di Europa Verde Angelo Bonelli: «Ma il ministro Cingolani lo sa che il profilo Twitter del @MiTE_IT è stato conquistato dal programmatore russo #Vitalik. Che si fa? Facciamo fare la la politica della transizione Ecologica ai russi?». Buterin, tuttavia, dalle prime informazioni trapelate sembra estraneo all’operazione. Si ipotizza piuttosto che si sia trattato di un tentativo di truffa.
September 15, 2022
Il problema sembra essere stato risolto nel giro di poche ore. Gli hacker hanno avuto comunque il tempo di pubblicare qualche breve messaggio su un presunto concorso con in palio criptovalute: «Per celebrare la fusione, la Fondazione Ethereum mette in palio 50.000 ETH! Primo arrivato, primo servito», e in allegato a un link probabilmente dannoso per chi vi cliccava sopra. Hanno fatto seguito altri tweet dello stesso stampo, con promozioni riguardo gli Ethereum verosimilmente fasulle. Attualmente, tuttavia, aprendo il profilo del Ministero questi post risultano rimossi, e il nome sembra essere tornato quello di sempre.
«Una tipica truffa»
In un’intervista rilasciata all’Ansa Gianluca Grossi, analista e caporedattore di Criptovaluta.it, spiega che in passato questo genere di truffe aveva già fatto vittime tra i profili illustri, anche se non a livello di account istituzionali della Repubblica Italiana. Definisce l’hackeraggio subìto come «tipico» del modus operandi adottato da questo tipo di truffatori, che sfruttano la popolarità delle criptovalute. «Il merge di Ethereum – prosegue -, il passaggio che porta la seconda criptovaluta al mondo per capitalizzazione ad abbattere di oltre il 99% le sue emissioni e il suo consumo energetico, è stata occasione anche per i truffatori di far circolare i loro sistemi». Una situazione che a suo dire è preoccupante su due fronti: «il primo, quello della sicurezza informatica degli account delle istituzioni più importanti del nostro Paese. Il secondo, la quantità di persone che seguendo i consigli di un impersonificatore che è entrato in possesso di un account istituzionale da 120 mila follower si faranno truffare».
Grossi si dimostra anche insoddisfatto del modo che i media hanno adottato per raccontare l’episodio. «La stampa deve fare di più per raccontare nel modo corretto un mondo che oggi vale oltre 400 miliardi e che vede la partecipazione anche di molti investitori istituzionali – aggiunge – un mondo che troppo spesso, come oggi, viene raccontato in modo dozzinale unendo punti inesistenti e che non ci restituiscono un’immagine positiva della stampa italiana generalista quando si parla di criptovalute». Anche riguardo l’identità degli hacker sono state scritte gravi imprecisioni, secondo il suo punto di vista: «La provenienza russa di Vitalik Buterin ha offerto un’occasione ghiotta che però si è trasformata in un’enorme cantonata. Tra le altre cose Buterin vive dall’età di sei anni in Canada e si è espresso pubblicamente più volte contro l’invasione russa ai danni dell’Ucraina e ha partecipato anche a importanti raccolte di fondi a favore della popolazione ucraina».
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