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Usa, il cantante R. Kelly condannato per pedopornografia e abusi sessuali su minori

15 Settembre 2022 - 11:01 Redazione
Assolto dall'accusa di aver cospirato per ostacolare la giustizia in un processo del 2008. Un video lo ritrae mentre urina addosso a una 14enne

Colpevole per tre capi di imputazione riguardo la pornografia a danni di minori, assolto da un quarto: è il verdetto della giuria di Chicago chiamata a sentenziare sul cantante R&B americano R. Kelly. L’artista è stato condannato anche per tre dei cinque capi di imputazione relativi all’adescamento di minorenni per attività sessuale, mentre è stato assolto dall’accusa di aver cospirato per ostacolare la giustizia in un processo del 2008. La sentenza arriva sulla scia di un’altra condanna a 30 anni, nel 2021, per crimine organizzato e traffico sessuale: una pena che ora rischia di allungarsi ulteriormente. R. Kelly, 55 anni, potrebbe verosimilmente rimanere dietro le sbarre per il resto della sua vita.

«Giustizia è fatta»

I lavori dei giurati sono andati avanti per più di dieci ore. La tesi dei pubblici ministeri era che il cantante, assolto per aver prodotto immagini di abusi sessuali su minori 14 anni fa, fosse sfuggito alla responsabilità per troppo tempo. Nonostante i giudici abbiano escluso lo «sforzo sistematico» per nascondere gli abusi di Kelly e truccare il processo statale del 2008, il procuratore degli Usa John R. Lausch, Jr. si è detto soddisfatto. «Giustizia è stata fatta attraverso il verdetto di colpevolezza arrivato oggi» riguardo gli abusi sessuali perpetrati ai danni di giovani ragazze, ha dichiarato.

Il video incriminato

La vicenda giudiziaria nacque da un video che ritraeva Kelly mentre aggrediva sessualmente una ragazza di 14 anni e le urinava addosso. Un’adolescente che in un primo momento non era stata ritenuta riconoscibile dai giurati coinvolti, il che aveva portato all’assoluzione del cantante. Dopo 11 anni, un’inchiesta giornalistica e una docu-serie (Surviving R-Kelly), nel luglio 2019 sono entrati in gioco i pm federali che hanno incriminato l’artista sia a Chicago che a New York. La ragazza del video, sotto lo pseudonimo di Jane, ha raccontato che che Kelly l’avrebbe persuasa a fare sesso con lui centinaia di volte quando era un’adolescente e che avrebbe provato a comprare il suo silenzio e quello dei suoi familiari. Altre tre testimoni hanno raccontato che Kelly le avrebbe convinte ad avere un rapporto sessuale con lui quando erano ancora minorenni, tra gli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. «Kelly e il suo team, hanno fatto del loro meglio… per nascondere il fatto che Robert Kelly, R. Kelly la superstar dell’R&B, è in realtà un predatore sessuale», ha detto l’assistente procuratore degli Stati Uniti Elizabeth Pozolo. «Hanno fatto del loro meglio, ma alla fine hanno fallito».

Credits foto copertina: E. Jason Wambsgans / Chicago Tribune

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