I segni delle torture su tutti i corpi nella fossa comune di Izjum, la denuncia di Kiev: «Mani legate e corde al collo: ci sono anche bambini» – Le foto
«Diversi corpi» rinvenuti dalle autorità ucraine nella fossa comune di Izjum «hanno le mani legate dietro la schiena e una persona aveva una corda intorno al collo». Lo ha dichiarato in un messaggio su Telegram Oleg Synegoubov, il governatore dell’oblast’ di Kharkiv, nel quale si trova Izjum. «Evidentemente queste persone sono state torturate e giustiziate» ha aggiunto Synegoubov. Il rinvenimento della polizia ucraina è avvenuto nella città nell’est del Paese tornata in mano di Kiev pochi giorni fa nel pieno della controffensiva che ha riconquistato oltre un decimo dei territori che erano stati occupati dai russi. Se le torture e le esecuzioni sommarie di civili fossero confermate si avrebbero le prove che la Russia ha commesso crimini di guerra a Izjum. Nei boschi intorno alla città sono stati trovati ieri 440 corpi, tra cui famiglie e bambini. Quella di Izjum è la più grande fossa comune di guerra dal conflitto dei Balcani. «La Russia si sta lasciando dietro morte dovunque e dovrà affrontare le proprie responsabilità», ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio sul suo canale Telegram ieri sera dopo che aveva già paragonato la tragedia di Izjum a quella di Bucha.
Già nella serata di ieri il capo della polizia della regione di Kharkiv Serhii Bolvinov aveva fatto sapere che sui cadaveri delle vittime sono visibili anche «colpi d’arma da fuoco» e altri di «fuoco d’artiglieria». Le ipotesi sulla dinamica delle morti arrivano mentre le forze dell’ordine hanno iniziato a effettuare delle analisi forensi su ciascuno dei corpi per stabilire se la Russia abbia effettivamente commesso crimini di guerra. Anche l’Onu ha annunciato che intende inviare una squadra di esperti alla fossa comune di Izjum per esaminare le circostanze delle morti. Nel frattempo, i media ucraini riferiscono anche che nelle campagne della regione sono state trovate dieci «camere di tortura» allestite in edifici pubblici.
Mosca: «Ucciso il procuratore capo del Lugansk con una bomba»
Nella giornata di oggi, le autorità russe hanno denunciato la morte del procuratore capo del Lugansk Sergei Gorenko, e della sua vice, Yekaterina Steglenko a causa di una bomba esplosa nel suo ufficio nella capitale dell’autoproclamata repubblica separatista.
Foto di copertina: TELEGRAM / Oleg Synegoubov
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