In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ECONOMIA & LAVOROEnergia elettricaFranciaNuclearePolitiche energetiche

Così la Francia ci taglierà l’elettricità nei prossimi due anni: «Le centrali nucleari sono in manutenzione»

17 Settembre 2022 - 07:53 Redazione
centrale nucleare lombardia matteo salvini
centrale nucleare lombardia matteo salvini
Parigi: 32 dei 56 reattori devono subire interventi che potrebbe privare Roma del 5% del proprio fabbisogno. I prezzi nel frattempo volano già

La Francia potrebbe non inviare energia elettrica all’Italia nei prossimi due anni. Il nostro Paese dovrà fare a meno del 5% del fabbisogno nazionale che normalmente arriva da Oltralpe. Solo nel primo semestre del 2022 – riporta la Repubblica – l’Italia ha importato dalla Francia 6,7 Twh e in generale si affida all’import per il 13,4% del proprio fabbisogno energetico complessivo. La nuova austerity europea per fare fronte agli aumenti di prezzo dei combustibili fa vedere i suoi effetti in un momento complicato per la Francia. Il Paese, infatti, fra grande uso dell’energia nucleare, ma 32 dei suoi 56 reattori devono essere sottoposti a manutenzione. È anche per questo motivo che il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz pochi giorni fa hanno siglato un accordo. La Germania comprerà gas dalla Francia e le venderà energia elettrica.

Come affrontare i tagli?

L’avvertimento per un possibile taglio dell’energia francese è contenuto in un documento dell’Edf, il colosso energetico nazionale transalpino, che è stato recepito anche dal Mite. Il ministero fa sapere che «i tecnici sono al lavoro su tutti gli scenari» e che «il problema era già noto da mesi». Rimane da capire come l’Italia farà fronte all’evento. Se il taglio verrà eventualmente compensato da maggiori risparmi o se sarà necessario acquistare più gas – la fonte più utilizzata dal nostro Paese per produrre elettricità – o persino più carbone. Visto che le centrali che lo bruciano sono tornate a regime. Inoltre, si teme anche per le forniture che provengono da Slovenia, Austria e Svizzera. Anche queste si affidano al nucleare per buona parte della loro produzione. Ma lo spauracchio è che possano decidere di privilegiare il fabbisogno interno durante la crisi. Tutto ciò potrebbe addirittura essere già iniziato, come suggerisce il -21% subito dagli import energetici ad agosto.

La differenza di prezzo tra Francia e Italia

Nel frattempo, il prezzo dell’energia cresce in maniera differente ai due lati delle Alpi. Sulla piattaforma Eex, la più utilizzata per gli scambi energetici, un Mwh da consegnare a dicembre 2022 costa oltre 1360 euro in Francia. Mentre si ferma a 535 euro in Italia. La volatilità è dovuta anche alle caratteristiche particolari del mercato elettrico. Che, a differenza di quello del gas, si basa su contratti molto più brevi. E quindi più volatili e soggetti alle fluttuazioni del mercato. Gli Stati e le compagnie energetiche possono in ogni momento decidere di invertire i flussi e dedicare tutta la propria produzione al mercato interno.

Leggi anche:

Articoli di ECONOMIA & LAVORO più letti