Alluvione Marche, il padre del piccolo Mattia disperso: «Hanno trovato la felpa sul ponte, cercatelo lì»
«Io Mattia lo devo ritrovare. In tre giorni ho dormito un’ora e mezza, ma se dovessi ribaltare ogni tronco che c’è laggiù, lo farei fino all’ultimo filo d’erba». Sono le parole di Tiziano Luconi, 38 anni, padre di Mattia, il bambino di 8 anni disperso a causa dell’alluvione a Contrada Coste (Ancona). Giovedì 15 settembre è scivolato dalle braccia della madre Silvia Mereu ed è stato travolto da un’onda di fango e acqua. La sera stessa il padre si è messo alla ricerca di Mattia. «Quando sono corso la prima volta al ponte di mattoni a cercarlo, un carabiniere mi gridava: “Che fai Tiziano, sei matto? Così rischi di perdere la vita”. Diluviava. Gli ho risposto: “Ma che ho più da perdere, maresciallo? La mia vita è lui”», racconta al Corriere della Sera. Silvia fa la farmacista a Barbara, mentre Tiziano è un educatore alla Casa della Gioventù di Senigallia per minorenni stranieri non accompagnati. La ricerca del bimbo non si arresta e vede impegnate diverse squadre di soccorso, droni e anche un termoscanner. Ma il padre fa un appello: «Finora l’hanno cercato coi droni niente da fare. Perché non provare anche con i cani molecolari?»
Il racconto di quella sera e la felpa ritrovata
Un soccorritore ha trovato un pezzo di stoffa che sembra essere della felpa di Mattia, di colore giallo e verde e con la stampa di un piccolo elefante, che indossava il giorno della tragedia. Giovedì alle 20.05, racconta il padre, Silvia aveva chiuso la farmacia ed è andata da lui per prendere Mattia e portarselo a casa a San Lorenzo in Campo. Il giorno dopo doveva andare a scuola. «Pioveva a dirotto, allora mio padre, Vladimiro, ha preso l’ombrellone grosso da mare e siamo andati tutti insieme fino alla Mercedes di Silvia. Mattia era in braccio a me, mi baciava in continuazione, io l’ho messo seduto in macchina, l’ho salutato, lui ha dato un ultimo bacino alla nonna. E sono partiti», spiega. Silvia e Mattia partono. Ma alle 20.39 Tiziano riceve una chiamata dal cognato che si allarma perché Silvia deve ancora arrivare.
«Non era normale, ci vogliono pochi minuti da qui a San Lorenzo. E allora sono uscito e ho fatto la stessa strada, ma quando sono arrivato al ponte di mattoni ho visto tutti quei tronchi enormi sulla carreggiata, c’era un mare di fango». La madre è da ieri in ospedale, ancora sotto choc. Se pensa alla situazione che si è ritrovato di fronte quella sera, Tiziano non riesce ad aver la speranza di ritrovare suo figlio. Ma, al tempo stesso, non si arrende e dice: «Forse è solo svenuto o si è nascosto, mio figlio ha una forma grave di autismo, non parla ma si fa capire coi gesti, è intelligentissimo». E conclude: «Sento che Mattia è lì – conclude il padre – dove hanno trovato la felpa: tra il ponte di mattoni e la casa degli animali». Amato da tutto il paese, per Mattia domani alle 21.00 ci sarà una veglia di preghiera con il parroco della chiesa di Santa Maria Assunta.
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