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Iran, proteste al funerale di Mahsa Amini, le donne si tolgono il velo al grido di: «Morte al dittatore» – Il video

18 Settembre 2022 - 06:35 Maria Pia Mazza
La giovane è stata uccisa perché non indossava bene il velo. Durante le esequie della 22enne si sono registrati scontri tra manifestanti e polizia sia a Saqez, città natale di Amini, sia nella capitale Teheran

«Morte al dittatore». È l’urlo contro l’Ayatollah Ali Khamenei che si è levato durante i funerali di Mahsa Amini, la ragazza di 22 anni picchiata a morte perché non indossava bene il velo. In segno di protesta le donne presenti alle esequie hanno tolto il velo. Durante i funerali si sono registrati scontri non solo nella città di Saqez, dove viveva Mahsa Amini, ma anche nella capitale Teheran. In entrambe le città si sono registrati feriti tra i manifestanti. Nei video pubblicati sui social network si possono vedere diverse cariche da parte della polizia contro le donne che si erano tolte l’hijab. Negli ultimi mesi in Iran, gli attivisti per i diritti umani hanno esortato le donne a togliersi pubblicamente il velo. Un gesto che per il governo del Paese rappresenta un «comportamento immorale». Secondo la sharia iraniana, o legge islamica, imposta dopo la rivoluzione del 1979, le donne sono obbligate a coprirsi i capelli e a indossare abiti lunghi e larghi per mascherare la propria figura. Chi dovesse trasgredire tali regole devono affrontare richiami pubblici, multe e arresti.

Nel frattempo, le autorità hanno avviato indagini sulla morte di Amini, ma un medico legale ha affermato che per ottenere i risultati dei test potrebbero volerci anche tre settimane. Secondo quanto riferito dalla polizia, Amini si sarebbe ammalata mentre aspettava insieme ad altre donne detenute in una stazione di polizia per aver assunto un «comportamento immorale», respingendo dunque le accuse secondo cui sarebbe stata probabilmente massacrata di botte sino a morire. La polizia iraniana, in precedenza, aveva affermato che Amini aveva subito un infarto dopo essere stata condotta in caserma per essere «ri-educata». Ma i suoi parenti hanno negato che la giovane 22enne soffrisse di problemi cardiaci. 

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