Il ministro Franco apre a “qualche revisione” del Pnrr: «Pensato in tempi brevi»
«I Paesi con un alto debito hanno meno flessibilità e autonomia. Va bene utilizzarlo per le emergenze, ma con cautela». Sono le parole del ministro dell’Economia, Daniele Franco, a margine del convegno “Lezione Onorato Castellino 2022: La politica di bilancio in tempi di emergenza” organizzato dal Collegio Carlo Alberto di Torino. E durante il convegno sotto la Mole, il ministro Franco, rispondendo a una domanda di uno studente in merito alla possibilità di apportare modifiche al Pnrr, dopo aver osservato che il Piano nazionale di ripresa e resilienza «è stato pensato in tempi brevi», ha aperto la strada «a qualche revisione, strada facendo». Il titolare del dicastero di Via XX Settembre ha però sottolineato che «sono possibili cambiamenti mirati, né è possibile una ridiscussione integrale che bloccherebbe i lavori già avviati». Questo anche perché «nessun Paese può cambiarlo unilateralmente», e una riscrittura del Pnrr darebbe luogo a «una discussione molto lunga con Commissione Europea». Il ministro Franco ha poi aggiunto: «In generale si parla sempre male del debito pubblico, per mille motivi. Però è un importante strumento di politica economica che consente di fare cose che altrimenti non si potrebbero fare, oltre a essere una risorsa che consente di finanziare spese straordinarie, catastrofi, investimenti e di stabilizzare l’economia per evitare recessioni».
Le dichiarazioni di Meloni sulla modifica del Pnrr
Parole che sembrano convergere con le recenti dichiarazioni della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che nelle scorse ore ha dichiarato: «Siamo in uno scenario nuovo: mi pare che diverse nazioni in Europa stiano prendendo in considerazione questa ipotesi di modifiche i piani del Pnrr, che sono stati scritti dai governi sulla base di condizioni diverse». E la leader di FdI ha poi precisato: «Ovviamente non riguarda i progetti che sono già partiti, le cose che si stanno già facendo, ma tra le risorse che noi dobbiamo ancora cominciare a spendere, capire se il tema dell’approvvigionamento energetico che è un grande problema oggi ma anche una grande occasione, verificare se qualche risorsa può servire a incrementare quell’obiettivo. Non mi sembra di dire nulla di strano, concordandolo con la Commissione Europea». Una casualità, forse. O comunque un’indicazione di metodo per il prossimo esecutivo, che potrebbe avere alla guida proprio Meloni.
L’augurio di Draghi: «Mi auguro che il prossimo governo abbia un ministro bravo come Daniele Franco»
Ma a istillare qualche dubbio sul futuro del ministro Franco si sono intersecate le parole del presidente Draghi, che più volte ha lodato il ministro Franco. Nell’ultimo incontro con i giornalisti, dopo il via libera del Cdm al decreto Aiuti ter, l’ex numero uno della Bce, parlando del titolare del dicastero di Via XX Settembre, ha ribadito la «gestione esemplare» dei conti pubblici italiani grazie al metodo del ministro Franco. «Vorrei dire complimenti ancora una volta al ministro Franco – ha dichiarato Draghi -. Mi auguro che il prossimo governo abbia un ministro bravo come lui, perché siamo riusciti – e ora non voglio essere troppo enfatico – a sostenere l’economia italiana in questo anno e mezzo riducendo l’indebitamento come credo non fosse mai avvenuto dalla guerra da oggi, almeno in valore assoluto. È stata una gestione esemplare».
L’ignoto destino di Daniele Franco e di Fabio Panetta
E qui il mistero sul futuro del ministro si infittisce: si è trattato di un augurio o forse il ministro Franco potrebbe essere riconfermato? Il titolare del Mef, persona molto taciturna e posata, “allievo” di Sergio Steve, nelle rare volte in cui è stato interpellato sul suo futuro dopo la fine del governo Draghi ha risposto con un secco «no» alla disponibilità di scrivere la prossima Finanziaria in caso di elezioni anticipate, prima che l’esecutivo draghiano cadesse. In teoria, con la scadenza del mandato di Ignazio Visco a guida di Bankitalia, il prossimo ottobre 2023, tra i nomi in cima alla lista dei possibili successori ce ne sono stati sempre due: Daniele Franco e Fabio Panetta. Ma essendo cambiati alcuni equilibri, e dovendo mantenere una certa «credibilità internazionale», come ripetuto più volte dal presidente Draghi, non si esclude del tutto che il ministro Franco possa essere riconfermato nel prossimo esecutivo, mentre per offrire garanzie all’Unione Europea e alla Bce ci sarebbe invece Fabio Panetta, già membro del Comitato Esecutivo della Banca centrale europea. In qualsiasi caso, il destino del ministro Franco, così come quello di Panetta, per ora, resta ignoto. Prima il voto, poi le consultazioni e infine la scelta dell’esecutivo che nascerà dopo le elezioni del 25 settembre. Come in economia, anche per le nomine serve procedere in ordine per capire i possibili margini del futuro.
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