Caso Omerovic: «Gli agenti non potevano entrare nella casa a Primavalle». La procura e l’ipotesi favoreggiamento
L’intervento dei poliziotti nell’appartamento di via Gerolamo Aleandro a Primavalle doveva essere finalizzato solo all’identificazione degli inquilini. I quattro agenti indagati per tentato omicidio e falso dovevano restare fuori dalla porta di Hasib Omerovic. O almeno questa era la disposizione impartita dalla vicedirigente del commissariato Laura Buia, nel frattempo rimossa dall’incarico insieme ad Andrea Sarnari. Invece alle 12,29 di quel 25 luglio sono entrati nella casa. Quindici minuti dopo Omerovic è caduto dalla finestra. E mentre si indaga sulla pista delle molestie di Hasib alla nipote di uno dei poliziotti protagonisti del blitz, spunta anche l’ipotesi favoreggiamento. Perché l’informativa sui fatti depositata in procura bollava l’accaduto come un tentato suicidio.
La violazione di domicilio
La sorella di Hasib, Sonita, ha sostenuto che il fratello è stato malmenato dai poliziotti e poi buttato giù dalla finestra. Il Messaggero spiega oggi che la polizia, in base al Testo Unico delle leggi sulla Pubblica Sicurezza (Tupls), possono violare il domicilio di un cittadino senza un mandato della procura in due soli casi. Ovvero quando hanno il sospetto che nel luogo siano nascoste armi o droga. Per questo la procura valuta se contestare ai quattro poliziotti indagati la violazione dell’articolo 615 del Codice Penale. Ovvero la violazione di domicilio commessa da pubblico ufficiale. E che ci sia stata una forzatura, spiega il quotidiano, lo dimostra la porta della camera del cittadino croato sfondata.
Gli Omerovic hanno scritto nella loro denuncia di averla trovata così al loro rientro in casa. L’ipotesi della procura è che siano stati i poliziotti a buttarla giù. E che Hasib si fosse chiuso dentro perché spaventato dall’atteggiamento degli agenti del commissariato Primavalle. Uno dei poliziotti indagati per il caso ha sostenuto che l’operazione è documentata in un video. Che dimostra che Hasib si è buttato di sotto da solo, senza interventi da parte loro. Quel che è certo è che gli agenti hanno agito senza un mandato di perquisizione. Mentre l’annotazione sul caso che lo bollava come tentato suicidio è stata sicuramente controfirmata da uno dei due dirigenti del commissariato.
L’agente a riposo
Intanto l’edizione romana del Corriere della Sera racconta che almeno uno degli agenti che è entrato in casa Omerovic quel giorno non doveva essere lì. Perché era di riposo. La vicenda si ricollegherebbe a quella ipotizzata qualche giorno fa. Ovvero che una delle ragazzine presuntamente molestate da Hasib fosse la nipote di un poliziotto.
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