Proteste in Iran per Mahsa Amini, l’emittente Cnn: «Cinque manifestanti uccisi»
Sono cinque le persone uccise dalle forze di sicurezza iraniane durante le proteste per la morte di Mahsa Amini, una donna di 22 anni, uccisa il 16 settembre a Teheran dopo essere stata arrestata e pestata a morte dalla polizia religiosa perché non avrebbe indossato correttamente l’Hijab, obbligatorio per tutte le donne iraniane a partire dall’età di sette anni. A riportarlo è l’emittente televisiva americana Cnn citando la Hengaw Organization For Human Rights, un’organizzazione – registrata in Norvegia – che monitora le violazioni dei diritti umani in Iran. Le vittime, continua l’organizzazione, «sono state uccise da colpi di arma da fuoco durante le manifestazioni nella regione curda dell’Iran, di cui era originaria la giovane. Altre 75 persone sono rimaste, invece, ferite in altre città durante il fine settimana». La morte di Mahsa Amini ha scatenato proteste in tutto l’Iran, in particolare contro le norme sull’abbigliamento delle donne e contro la polizia religiosa.
L’abolizione della polizia morale
Dopo che centinaia di manifestanti hanno sfidato una dura repressione per chiedere l’abolizione del corpo di polizia, ora anche alcuni parlamentari hanno osato criticare questa istituzione, chiedendone la revisione o – addirittura – l’abolizione. «La polizia morale, nota anche Gasht-e Ershad o pattuglia della morte, non ottiene alcun risultato», ha detto il parlamentare Jalal Rashidi Koochi all’agenzia ISNA. Duro attacco anche da parte del presidente del Parlamento che ha chiesto di aprire un’inchiesta sulla condotta dell’unità di polizia. «I metodi utilizzati da queste pattuglie dovrebbero essere rivisti», ha dichiarato il presidente. Anche l’Onu ha denunciato «la violenta repressione» alle manifestazioni da parte del corpo di polizia. «L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ad interim, Nada Al-Nashif, ha espresso preoccupazione per la sua morte e per la reazione violenta delle forze di sicurezza alle manifestazioni che ne sono seguite», si sottolinea in un comunicato dell’Alto Commissariato, in cui si chiede, inoltre, un’indagine «tempestiva e indipendente» sulla morte della 22enne. Da tempo, soprattutto nella capitale Teheran, si registra una maggiore sofferenza contro la classe politica e, in particolare, nei confronti delle leggi stringenti imposte dal regime teocratico guidato da Ebrahim Raisi.
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