Benjamin Giorgio Galli, chi è il varesino morto in Ucraina: si era unito all’esercito di Kiev lo scorso marzo
Era partito lo scorso marzo per combattere al fianco dei militari di Kiev nel settore di Kharkiv. Da quel viaggio Benjamin Giorgio Galli non farà più ritorno: è morto oggi in seguito alle ferite riportate sul campo. Il ragazzo, 27 anni, era originario di Bedero Valcuvia, in provincia di Varese. A dare l’annuncio, secondo quanto riportano le testate locali, è stato suo padre Gabriel, che su Facebook ha scritto agli amici del figlio: «Il vostro compagno è morto da eroe questa settimana». Un’ulteriore conferma arriva dalla madre, che al Corriere della Sera ha dichiarato: «Sì, Ben è morto due giorni fa. I dottori ci hanno detto “è morto per guerra”, i suoi compagni ci hanno raccontato che erano a sud di Kharkiv ed è rimasto colpito dopo un bombardamento».
Il desiderio di «giustizia» e la passione per il softair
Cresciuto in provincia di Varese, da qualche tempo si era trasferito in Olanda con la famiglia ma tornava regolarmente nel Paese di origine. Aveva una grande passione, il soft air: un’attività sportiva di squadra che si basa sulla simulazione di tattiche militari, dove il singolo giocatore possiede uno strumento ad aria compressa ASG (Air Soft Gun). Dalla simulazione, la guerra era diventata realtà: secondo quanto ricostruito da Varesenoi, Benjamin si era unito con il grado di soldato alla prima Legione Internazionale di difesa dell’Ucraina, ricevendo anche il plauso personale del comandante Bogdan Molchanov. Era stato impegnato nella zona di Kharkiv e si stava adesso spostando verso Kiev. «Era felice – raccontano ancora i genitori al Corriere -. Quando ci ha detto che sarebbe voluto partire, noi abbiamo provato a dissuaderlo, ma non è stato possibile, era convintissimo. Ci ha detto che sentiva che quella era la sua strada». Il suo obiettivo era quello di combattere «l’ingiustizia che sta vivendo il popolo ucraino»: «Con i compagni parlava di morte , si dicevano che anche se il rischio era alto, valeva la pena provare a stare dalla parte dei giusti».
Pochi giorni fa, aveva contattato suo padre, promettendogli che al suo ritorno si sarebbe fatto «almeno un anno di vacanze». Con il padre aveva parlato anche della guerra, mandando segnali di speranza: «Mi ha raccontato che finalmente non si stavano solo difendendo ma erano tornati ad attaccare e a riprendere alcuni territori occupati. Mi diceva che i militari russi sembrano demotivati, aveva la sensazione che fossero quasi sollevati di ritirarsi». In uno dei suoi ultimi post su Facebook, Benjamin scriveva: «Viviamo nell’era dell’apatia, dove a nessuno frega un c**zo e per essere onesti perché dovrebbero? Potrebbe non piacerti ma è così che va, quindi smettila di fare il bambino che piange e mettiti in gioco».
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