Il discorso di Draghi all’Onu: «Non possiamo dividerci tra nord e sud del mondo» – Il video
L’Unione Europea non deve arretrare sulla Russia. I referendum di Putin sono una violazione del diritto. La comunità internazionale deve sostenere l’Ucraina. Mentre l’Italia resterà protagonista anche nei prossimi anni nella Ue e nella Nato. Mario Draghi pronuncia il suo ultimo discorso da premier all’Assemblea delle Nazioni Unite. E fa un appello a non dividersi tra Nord e Sud, a rimanere uniti ancora una volta davanti alle provocazioni dello zar. Perché in gioco c’è il futuro di tutti. «Le responsabilità del conflitto sono chiare e di una parte sola. Ma è nostra responsabilità collettiva trovare risposte a questi problemi con urgenza, determinazione, efficacia. Non possiamo dividerci tra nord e sud del mondo. Dobbiamo agire insieme e riscoprire il valore del multilateralismo che si celebra in quest’aula».
L’impegno per Kiev
Nel discorso Draghi difende la «scelta coerente» dell’impegno a favore dell’Ucraina. Ricorda che la controffensiva ha permesso a Kiev di recuperare migliaia di chilometri quadrati di territorio. Mentre la Russia, che pensava di conquistare Kiev in poche settimane, è finita nell’imbuto di un conflitto più lungo «grazie anche alla nostra assistenza militare». Ma la Russia, aggiunge, va contrastata anche con le sanzioni. Che hanno avuto «un effetto dirompente sulla macchina bellica russa». Fiaccando l’azione di Mosca. Che con un’economia più debole farà più fatica a «reagire alle sconfitte che si accumulano sul campo di battaglia». La guerra e le sanzioni però rischiano di avere un impatto dirompente sull’Occidente. Per questo il premier esorta a mantenere la coesione sociale e a proseguire la cooperazione internazionale come in occasione della pandemia. Draghi cita il leader dell’Unione Sovietica Michail Gorbaciov, di recente scomparso, sulla necessità della cooperazione tra le nazioni per la risoluzione dei problemi globali. E chiede all’Ue di fare di più sulle sanzioni, imponendo il price cap sul gas. Perché l’Europa deve sostenere gli Stati membri «mentre questi sostengono Kiev». Assicura che l’Italia «anche nei prossimi anni continuerà a essere protagonista della vita europea, vicina agli alleati della Nato, aperta all’ascolto e al dialogo, determinata a contribuire alla pace e alla sicurezza internazionale».
L’immigrazione e la Nato
Draghi assicura che questi «sono gli stessi principi e obiettivi che ispirano le Nazioni Unite, che è necessario e urgente difendere oggi». Mentre sull’immigrazione Roma «è ben consapevole che si tratta di un fenomeno globale, e così va affrontato. Dobbiamo avere un approccio responsabile, umano, condiviso». E sul conflitto «l’Italia resta in prima linea per provare a raggiungere un accordo, quando sarà possibile. Lo abbiamo fatto in passato, quando abbiamo evidenziato come il blocco dei porti del Mar Nero costituisse un rischio per la sicurezza alimentare globale».
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