L’ultima di Berlusconi sul perché Putin ha invaso l’Ucraina: «Pressato dai separatisti del Donbass»
«Putin è caduto in una situazione difficile e drammatica». A parlare è Silvio Berlusconi, ospite a Porta a Porta: «Dico che è caduto perché si è trattata di una missione delle due Repubbliche filorusse del Donbass che è andata a Mosca ha parlato con tutti, con giornali, tv e ministri del partito». Secondo il leader di Forza Italia, quindi, il motivo per cui Vladimir Putin il 24 febbraio scorso decise di invadere il territorio ucraino è da ricercare nei territori di Donetsk e Lugansk. Berlusconi sostiene che delegazioni delle due repubbliche sono andare da lui dicendo che «Zelensky ha aumentato gli attacchi delle sue forze contro di noi ed i nostri confini, siamo arrivati a 16mila morti. Difendici perché se non lo fai tu non sappiamo dove potremo arrivare». A questo punto, messo all’angolo, Putin sarebbe stato «spinto dalla popolazione russa, dal suo partito e dai suoi ministri a inventarsi questa operazione speciale». Ed ecco che è iniziata l’invasione. Il piano era semplice, ricostruisce il leader di FI: «Le truppe dovevano entrare e in una settimana raggiungere Kiev». Arrivati nella capitale ucraina, i russi avrebbero dovuto «sostituire con un governo di persone perbene il governo di Zelensky, e in una settimana tornare indietro». Nel loro cammino, però, le truppe russe hanno incontrato una «resistenza imprevista che poi sono state foraggiate con armi di tutti i tipi dall’Occidente». Tra Giorgia Meloni che ha ribadito il sostegno a Kiev e Matteo Salvini che ha più volte criticato le sanzioni contro la Russia, Berlusconi non ha mai espresso un giudizio chiaro sulla guerra. L’ex presidente del Consiglio si era solo limitato a dire che l’invio di armi significa essere cobelligeranti e che sarà il suo partito a mantenere un profilo atlantista ed europeista alla coalizione di centrodestra, se questa dovesse vincere le prossime elezioni. «La guerra dura da più di 200 giorni, la situazione è diventata molto difficile. Io mi sento male quando sento parlare dei morti perché ho sempre ritenuto la guerra la follia delle follie».
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