Meloni sterza all’ultimo sul Recovery plan: «Rinegoziare Pnrr? No, ma facciamo un tagliando»
A tre giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre, Giorgia Meloni dopo aver più volte ripetuto nel corso della campagna elettorale l’intenzione di voler rivedere i patti con Bruxelles sul Pnrr, ha cambiato idea. Già, la leader di Fratelli d’Italia, nel corso della registrazione dello speciale elettorale di Porta a Porta, ha limato la sua posizione, passando dall’idea di una ridiscussione con l’Ue del Recovery Plan, alla possibilità di apportare alcune modifiche ai progetti non ancora messi in cantiere, anche alla luce del fatto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato redatto prima dell’esplosione della guerra russa in Ucraina. Meloni ha infatti dichiarato: «Io voglio fare un tagliando del Pnrr per capire se questi soldi arrivano a terra. È aumentato il prezzo delle materie prime e i contratti e i bandi non sono stati rinegoziati. Sta per accadere che i bandi andranno deserti. Alle aziende che erano pronte non conviene più. Se non si aggiornano i costi, quei soldi non si portano mai a terra». E Meloni ha poi aggiunto: «Il Pnrr è stato scritto prima della guerra in Ucraina. Andare a verificare se dopo la guerra quel piano è ancora il migliore possibile, perché dovrebbe bloccare i soldi? Parlo dei progetti che ancora non sono partiti».
E la leader di FdI ha portato, come esempio, il tema dell’energia: «Nel Pnrr veniva stanziato il 5% delle risorse. Ora abbiamo un problema e una grande occasione. Nella tragedia, l’Italia può diventare l’hub di approvvigionamento energetico: vediamo se fra i progetti non ancora messi in cantiere qualcosa può essere perfezionato. Se poi rischiamo veramente di perdere i soldi, certo che nessuno li vuole perdere, ma non mi pare che la Commissione europea sia così irragionevole. Moltissime nazioni stanno aprendo questo confronto con la Commissione: a tutti conviene che quei soldi vengano spesi nel migliore dei modi possibile». La posizione più morbida di Meloni va anche a “risanare” la frattura che si era creata con l’alleato di coalizione Silvio Berlusconi, che aveva definito «gravissima» l’idea di ridiscutere il Pnrr. Ma non solo. Le parole di Meloni ricalcano quelle pronunciate nei giorni scorsi dal titolare del Mef del governo Draghi, il ministro dell’Economia Daniele Franco, che a Torino ha aperto ad alcuni «possibili cambiamenti mirati sul Pnrr, senza però ridiscutere integralmente il Piano, (perché la ridiscussione) bloccherebbe i lavori già avviati».
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