Ecco come operava il gruppo Terapia domiciliare Covid-19 – L’inchiesta
Nel corso della pandemia Covid-19 un gruppo di medici, coordinato dall’avvocato Erich Grimaldi, è stato particolarmente attivo e seguito da migliaia di persone nella speranza di ottenere un aiuto in caso di positività al virus. Col tempo, sono riusciti ad ottenere oltre 690 mila utenti iscritti in un gruppo Facebook privato denominato “TERAPIADOMICILIARECOVID19 in ogni Regione“, alcuni dei quali si sarebbero a loro volta iscritti, anche per necessità, al Comitato “Cura Domiciliare Covid“. Oggi, i canali di comunicazione del gruppo guidato da Erich Grimaldi è impegnato nella campagna elettorale delle elezioni del 25 settembre 2022, dove si presentano con la sigla UCDL nello stesso simbolo insieme al Partito animalista e 10 Volte Meglio. Dal 2021, prima ancora della “discesa in campo”, ci siamo iscritti al gruppo Facebook gestito da Grimaldi con un nostro account per comprendere la loro organizzazione e i loro metodi, riscontrando alcune anomalie. Abbiamo inviato una serie di domande al Comitato, ma al momento non abbiamo ottenuto risposta.
Le attività del Comitato
L’obiettivo originario del gruppo Facebook era quello di gestire le richieste dei cittadini malati di Covid-19, fornendo loro una serie di operatori sanitari disponibili a seguirli e a indicare loro una serie di farmaci ritenuti validi dal Comitato. Le richieste di assistenza medica venivano fatte attraverso dei singoli post da parte degli utenti iscritti, ma questi dovevano essere approvati da dei moderatori seguendo determinati criteri. Qualunque iscritto alla community Facebook poteva fare richiesta, ma abbiamo riscontrato l’esistenza di una “corsia preferenziale” per coloro che si iscrivevano anche al Comitato.
Nei primi mesi del 2020 sapevamo ben poco della malattia e abbiamo appreso nel tempo informazioni utili per arginare la situazione in attesa dei vaccini. In assenza di una cura rimanevano le raccomandazioni fornite dall’Agenzia del farmaco che, come spiegato in un’intervista a Il Fatto dal direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano Giuseppe Remuzzi, non poteva fare altro in assenza di una evidenza scientifica. Sono numerosi gli studi, seri o meno, che dal 2020 ad oggi sono stati pubblicati nella speranza di dimostrare la presunta efficacia di qualche “farmaco miracoloso”. Il Comitato “Cura Domiciliare Covid” è stato uno dei sostenitori dell’utilizzo dell’idrossiclorochina, farmaco che ad oggi non ha dimostrato alcuna efficacia per la cura della malattia. Ricordiamo che il suo principale sostenitore, il francese Didier Raoult attualmente indagato, nonostante avesse a disposizione un istituto di ricerca e numerosi fondi, dal 2020 ad oggi non è riuscito a pubblicare uno studio che confermasse la sua teoria.
Nel corso del 2020, il Comitato di Erich Grimaldi si è opposto contro le linee guida dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) in quanto veniva sconsigliato l’uso dell’idrossiclorochina. Diversi sono gli interventi del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato in merito allo “scontro” tra i sostenitori del farmaco e il Ministero della Salute, così come le narrazioni che sono state proposte negli anni fino al recente caso degli antinfiammatori (FANS) per sostenere l’esistenza scientifica di una cura contro la malattia. Nel frattempo, il gruppo di medici e alcuni collaboratori esterni del Comitato avevano prodotto uno studio senza però dimostrare l’efficacia del loro “schema terapeutico” dove venivano proposti medicinali quali l’idrossiclorochina e l’eparina. Dove sono stati raccolti i dati per l’elaborato promosso dal Comitato? Dai pazienti che hanno fatto richiesta di aiuto a quest’ultimo, dati recuperati con particolare difficoltà su stessa ammissione dell’avvocato Grimaldi durante una diretta streaming tenuta nel gruppo Facebook privato.
Chi gestisce il gruppo Facebook
Attualmente ci sono 30 account che gestiscono il gruppo Facebook. Tra gli amministratori troviamo l’avvocato Erich Grimaldi (con l’account personale e con quello della sua pagina), i due account delle pagine Facebook Terapia domiciliare C-19 e UCDL, l’avvocato Ornella Girone e due utenti di particolare interesse: Norma Gaudi Essa e Alan Minichino.
Come funziona il gruppo
Dalle regole è facile comprendere il ruolo dei moderatori: sono loro a controllare le richieste di aiuto e ad individuare il medico da assegnare al paziente. Nessun iscritto, di fatto, può in alcun modo contattare un medico o qualunque personale sanitario senza l’intervento del moderatore, pena l’espulsione immediata dal gruppo. Una delle moderatrici, Norma Gaudiessa (“Gaudi Essa” su Facebook), spiega il sistema in un video pubblicato il 4 maggio 2021 dal canale di Francesco Cappello.
Ogni paziente è tenuto, al fine di ottenere l’assistenza sperata, a pubblicare un post contenente una lista di dati personali. Il post non viene pubblicato immediatamente, viene acquisito nella gestione del gruppo. Solo quelli approvati dai moderatori vengono di fatto resi pubblici e accessibili a tutti gli iscritti, in un secondo momento.
Come spiega Norma durante l’intervista nel canale Youtube Francesco Cappello, i moderatori fanno una prima scrematura dei post individuando i casi a seconda della gravità segnalata. Quelli ritenuti gravi, pazienti con patologie e con uno stato più avanzato di Covid-19, vengono assegnati a medici con «più esperienza». Quelli meno gravi, pazienti che avrebbero «un buono stato di salute», ai medici con «meno esperienza clinica nel trattare il Covid». Non è chiaro se dietro a questa scrematura ci sia sempre un operatore sanitario esperto o un medico, di sicuro quest’ultimo viene interpellato in un secondo momento per l’effettiva assegnazione.
Una volta valutato il post del richiedente aiuto, questo viene pubblicato e reso noto a tutti gli iscritti che possono leggere lo stato di salute e le patologie senza censura. Solo a quel punto i moderatori pubblicano dei commenti taggando i medici che, a loro volta, dovranno accettare o meno di prendere in carico il paziente. La pubblicazione del post non è sinonimo di certezza di un pronto intervento, ma solo l’inizio della ricerca di un medico che si occupi del paziente, come spiega la stessa Norma Gaudiessa a Francesco Cappello:
Poi andremo a taggare i medici, quindi con quel tag noi iniziamo una ricerca del primo medico disponibile e informiamo appunto il paziente che è iniziata la ricerca del medico che si renderà disponibile a prenderlo in carica. Una volta che il medico dà la disponibilità, noi mettiamo in contatto il paziente con il dottore attraverso Messenger.
L’iscrizione al Comitato per ricevere aiuto
Alan Minichino si presenta come consulente commerciale di Caserta, responsabile presso la Imco Cooking System dal 2014 ad oggi.
Rispetto agli altri, detiene un ruolo importante nel gruppo: è l’autore dei post che riportano i regolamenti e le istruzioni per le richieste di aiuto da parte degli iscritti.
Alan, in un post del 10 aprile 2021, illustra le linee guida su «come fare correttamente una richiesta di aiuto». Fa intendere ai richiedenti che bisognerebbe iscriversi al Comitato «per avere più voce nella richiesta di una terapia domiciliare»:
COME FARE UNA RICHIESTA DI AIUTO per se stessi o un familiare
Non è possibile fare richiesta per amici o conoscenti non iscritti al gruppo.
LA RICHIESTA DEVE ESSERE FATTA SOLO SU SFONDO BIANCO.
Indicare OBBLIGATORIAMENTE
– zona
– età
– peso
– altezza
– temperatura
– saturazione
– insorgenza sintomi e quali
– se effettuato vaccino e quale
– data vaccino 1°dose
– data vaccino 2° dose
– se è stato avvertito il curante e terapia prescritta
– patologie pregresse
– farmaci assunti per le cronicità
– esito eventuale tampone
– allergie
Iscrivetevi al comitato per avere più voce nella richiesta di una terapia domiciliare ai primi sintomi differente dalla sola tachipirina e vigile attesa. L’iscrizione è gratuita.
L’iscrizione al Comitato diventa un elemento fondamentale per ricevere assistenza dai medici del gruppo. Questo punto viene evidenziato non solo nel post del 10 aprile 2021, ma anche in quello successivo del 18 aprile 2021 pubblicato dalla pagina Facebook Terapia domiciliare C-19: «ribadiamo che gli iscritti al comitato hanno la precedenza nell’approvazione dei post e devono precisarlo nella richiesta d’aiuto».
Non viene considerata la gravità del paziente? Si, ma come precisa ancora Alan in un post del 25 luglio 2021: «le richieste, che dovranno seguire le linee guida, verranno sempre approvate con positività accertata e in base all’urgenza e ad una valutazione sulla terapia in corso, con ovvia priorità per gli iscritti al comitato, che dovranno indicarlo nel post».
Di fatto, una persona che ha bisogno di chiedere urgentemente aiuto, per se stesso o per un parente, viene inevitabilmente “spinta” ad effettuare l’iscrizione al Comitato per ottenere maggiori probabilità di successo. Non c’è dubbio in merito alla gratuità dell’iscrizione, ma di fatto questo potrebbe aver facilitato la crescita del numero degli aderenti, in maniera non del tutto spontanea.
La medicina a distanza e il falso paziente
Norma Gaudiessa, durante la video intervista pubblicata su Youtube, riporta un elenco degli specialisti che collaborano con il gruppo oltre ai medici. Cita psicologi, nutrizionisti, farmacisti e infermieri. A proposito di questi ultimi, Norma spiega:
Una volta che siamo riusciti ad assegnare al paziente un primo medico disponibile, che lo seguirà appunto attraverso o Messenger o se ritiene opportuno dare il telefono attraverso una telefonata Whatsapp, assegniamo dove possibile anche l’assistenza di un operatore sanitario, un infermiere, che poi vada a casa del paziente per effettuare quelle che sono le importanti rilevazioni della saturazione, della temperatura e anche della pressione, per poi poter trasmettere i dati al medico in modo tale che il medico abbia, diciamo, il polso della situazione.
Una situazione di gestione a distanza dei pazienti che ha portato alcune persone a fingersi malate per valutare il funzionamento del servizio. La storia viene riportata da Il Manifesto in un articolo del 26 settembre 2021: una giovane milanese, in collaborazione con il collettivo “Capitan Banana” e l’aiuto dei ragazzi di Biologi per la Scienza, si era introdotta nel gruppo Facebook fingendosi una malata Covid al fine di ottenere l’assistenza. Seguendo le linee guida imposte dagli amministratori, attraverso l’intervento dei moderatori ottiene un contatto con la Dott.ssa Ferrari della provincia di Bergamo, lo stesso medico protagonista di un servizio della trasmissione Fuori dal Coro di Mario Giordano (Mediaset).
La finta malata e la Dott.ssa si erano sentiti via Skype, incontro appositamente registrato per testimoniare il sistema attuato dal medico. Quest’ultima aveva poi prescritto dei farmaci e degli integratori, che elenchiamo di seguito riprendendo l’email inviata alla falsa paziente e che Open ha avuto modo di consultare:
Buongiorno xxxxxxx, questo è il suo schema terapeutico personalizzato:
Terapia:
FARMACI
– Zitromax 1 cp ogni 24 ore per 6 giorni (poi vediamo come va)
– Indometacina 25 mg 1 cp ogni 8 ore a stomaco pieno per 3 volte al dì (dopo colazione, pranzo e cena) per 3 gg, poi vediamo se scendere col dosaggio o rimanere a 3 volte al dì
-PRISMA 50 mg, 1 cp al mattino e 1 cp la sera per 6 gg, poi 1 cp solo al mattino per altri 6 gg e poi stop
– Peptazol 20 mg 1 cp al mattino 1/2 ora prima di colazione e cena per tutta la durata della terapia farmacologica, poi stop (solo farmaci, non integratori)
INTEGRATORI
– vitamina D Nature’s plus 5000UI una al dì per almeno 1 mese – vitamina C Nature’s plus 1 gr 2 cp al mattino e 2 cp al pomeriggio per almeno 1 mese poi continuerà con mantenimento di almeno 1 gr al dì
– ESPERIVIT Q 100 1 cp per 2 volte al dì per 15 gg – Melamil Tripto uno stick la sera prima di dormire sera per 1 mese (se si trova bene lo può continuare per l’insonnia)
Mi dia conferma di ricezione e mi tenga informato su come procede(saturazione e sintomi)..
Mi scriva anche due righe di autorizzazione per la terapia a distanza, non essendo io il suo medico di famiglia. Grazie.
Il Comitato contesta la vigile attesa prevista dalle raccomandazioni del Ministero, che consiste in un continuo monitoraggio del paziente malato a casa. Dal canto loro, secondo quanto emerge dal servizio ottenuto dal gruppo Facebook, è sufficiente raccomandare al paziente: «mi tenga informato su come procede».
La privacy dei pazienti
Tra le regole c’è un capitolo dedicato alla condivisione dei contenuti all’esterno del gruppo stesso, volte a promuovere l’iniziativa solo ed esclusivamente in maniera positiva. Si possono, infatti, condividere «esclusivamente i post di ringraziamento o di diffusione del gruppo utilizzando screenshot», mentre «è tassativamente vietato portare all’esterno del gruppo dati personali di post d’aiuto, pena l’espulsione». Non è chiaro se la regola valga solo per gli iscritti e non per moderatori o amministratori, in quanto riscontriamo che uno di questi abbia di fatto violato il regolamento.
Al fine di tutelare il paziente, non indicheremo il luogo esterno al gruppo dove è stata diffusa la sua situazione clinica personale. Si dà il caso che risulta essere un video, pubblico e visionato da migliaia di persone, dove un moderatore del gruppo risulta protagonista e dove viene mostrata la timeline del gruppo con i post di richiesta aiuto approvati. Tra questi troviamo quello del paziente “Roberto” (nome di fantasia) il quale richiede con urgenza, e per l’ennesima volta dopo diversi tentativi di post non considerati dai moderatori, un intervento dei medici del Comitato perché oltre ai comuni sintomi della Covid stava letteralmente perdendo sangue dal pene.
L’app del Comitato e la gestione della privacy dei pazienti
C’è un particolare riguardo alla privacy. Di tutte le dirette streaming dell’avvocato Erich Grimaldi non se ne trova più una, mandata in onda dalla pagina Facebook del Comitato a fine ottobre 2021, appena due settimane dopo la diffusione di presunti leaks. Durante il suo intervento, Grimaldi spiega alcune problematiche legate all’app del Comitato, destinata a sostituire la gestione via Facebook, e in particolare alla sicurezza dei dati a seguito dell’attacco subito dalla Siae:
Si è deciso di fare un ulteriore intervento rispetto alla sicurezza, perché dobbiamo diventare inattaccabili da questo punto di vista. Sono stati implementati anche tutti questi tipi di aspetti per evitare che ci fossero degli altri attacchi hacker, che già abbiamo subito proprio in questi giorni.
Nel sito Terapiadomiciliarecovid19.org è possibile consultare i termini del servizio, aggiornati in data 29 ottobre 2021 (le precedenti versioni qui e qui), dove il paziente si presta il suo consenso alla «ricerca scientifica contro il Covid-19» una volta registrato alla web app:
All’Utente registrato, è consentito l’accesso all’Area Utente all’interno della quale è possibile, consultare e scaricare lo storico della propria documentazione clinica caricata, effettuare teleconsulti e televisite, anche in videoconferenza, inviare messaggi al PS ed effettuare prenotazioni, nonché contribuire, in modo anonimo, alla ricerca scientifica contro il COVID-19. Infatti l’Utente, una volta registrato, autorizza il Comitato a trattare in modo anonimo i suoi dati per i soli fini scientifici ed è consapevole che i dati potrebbero essere comunicati al Comitato Etico per degli studi.
Il PS, pur tutelando l’interesse del Paziente, somministrando i farmaci che riterrà più opportuni, in scienza e coscienza, si atterrà alle modalità e tempi di somministrazione previsti dallo schema terapeutico TDC19, comunicato al Comitato Etico, al fine di consentire gli studi scientifici sui dati raccolti.
Tutto questo alla luce di un fatto: la possibile mancanza di accuratezza nel trattamento da parte dei medici del Comitato. Infatti, secondo quanto riportato dai termini di servizio, il paziente iscritto deve prendere atto di alcune condizioni:
L’Utente prende atto e dichiara di essere pienamente consapevole che:
– il consulto a distanza non è sostitutivo della visita effettuata dal medico alla presenza del Paziente;
– la mancanza della visita limita la possibilità per il medico di ottenere informazioni complete sulle condizioni cliniche del Paziente;
– le indicazioni cliniche fornite con visita/consulto a distanza si basano esclusivamente sulle informazioni rese disponibili dal Paziente;
– il Comitato ed i PS non avranno alcuna responsabilità sull’accuratezza e/o completezza delle informazioni ricevute dal Paziente;
– il consulto/visita a distanza non è uno strumento adatto a gestire situazioni di emergenza e non sostituisce una visita del medico alla presenza del Paziente;
– in caso di emergenza, il Paziente deve immediatamente chiamare il 118 o recarsi in Pronto Soccorso.
Nel capitolo «Responsabilità e conservazione dei dati e del materiale medico» il Comitato sembra voler declinare eventuali responsabilità in ambito civilistico in caso di diffusione dei dati personali e sensibili degli iscritti:
Il Comitato declina ogni responsabilità per qualunque danno derivante all’Utente, ai PS o a terzi dalla diffusione, distruzione, perdita accidentale o meno di dati personali, documentazione medica, imputabile alla condotta di terzi. La responsabilità di Comitato sussiste, per qualsiasi titolo derivante dalle presenti Condizioni Generali, solamente per danni che siano conseguenza immediata e diretta di comportamenti imputabili a dolo o colpa grave di Comitato e/o dei suoi volontari, anche con riferimento alla mancata implementazione di misure di sicurezza adeguate della Web App così come previsto dall’art. 32 GDPR.
La privacy dei medici
I dati sensibili non riguardano soltanto i pazienti, ma anche i medici volontari. Nel sito è possibile accedere al pannello di iscrizione dedicato, dove il professionista deve fornire al Comitato, oltre alla foto della carta di identità e del codice fiscale, dati come il numero di iscrizione e la foto del tesserino di iscrizione all’albo. Un medico in pensione, contattato da Open, si era reso disponibile per collaborare con il gruppo a luglio 2020, rifiutando di consegnare i propri dati personali a delle persone sconosciute.
Come puoi vedere tu stesso, mi chiedono di inviare dati sensibili, ma non spiegano chi li potrà vedere e come verranno trattati. Ah, si era ancora nel periodo in cui il famigerato protocollo era segreto. Io avevo chiesto di visionarlo, ma solo chi aderiva come medico volontario al gruppo CDP poteva essere accontentato.
La raccolta dei dati per lo studio scientifico
Quanti degli iscritti alla web app hanno effettivamente letto i termini di servizio dove approvano di far parte di una sperimentazione scientifica? Domanda lecita, ma come vennero considerati i pazienti nel periodo precedente all’applicazione in vista dello studio scientifico pubblicato a dicembre 2021? Durante una diretta streaming del primo agosto 2021 dedicata ai soli iscritti al gruppo Facebook, l’avvocato Grimaldi ammetteva la difficoltà di reperire i dati:
A differenza della scorsa estate, noi ci troviamo in una situazione in cui all’epoca le richieste erano calate e tutto si verificò alla fine del mese di agosto, invece ora abbiamo iniziato dall’inizio del mese di luglio… i medici avevano allentato la presa perché avevano iniziato a prendere e a raccogliere i dati di questi duri mesi di lavoro perché quello che è importante, a prescindere da tutto, è anche quello di fare una pubblicazione scientifica con la raccolta dei dati dei pazienti. Poiché non è facile perché tanti pazienti, ovviamente, dopo essere guariti non rispondono, altri ovviamente sono usciti dal gruppo, e quindi come al solito non si riesce mai ad avere la giusta attenzione neanche quando hai fatto del bene.
A fronte di un numero elevato di pazienti che il Comitato vanta di aver seguito e guarito, lo studio pubblicato a dicembre 2021 dal prof. Serafino Fazio contava una coorte di appena 158 persone. Durante la diretta del primo agosto 2021, Grimaldi citava proprio il prof. Fazio riportando che in quel momento i pazienti da lui considerati erano 65.
Visto il numero ridotto di medici disponibili, come dichiarato dallo stesso Grimaldi nella diretta estiva, l’avvocato aveva annunciato la pubblicazione di «un piccolo approccio» preparato dal prof. Fazio:
Diremo a tutte le persone che sono in attesa di approvazione del post di non attendere, ovviamente, con la Tachipirina e la vigilante attesa ma di iniziare quantomeno con degli antinfiammatori un approccio terapeutico. Per fare questo, ovviamente, verrà postato una sorta di vademecum da parte del professor Serafino Fazio ad un messaggio che io andrò ad allegare, proprio per evitare che si possa fare automedicazione improvvisa e che tutti quanti possano assumere farmaci
Quanti sono i pazienti?
Nelle molteplici dichiarazioni dell’avvocato Erich Grimaldi vengono citati «migliaia di pazienti curati». Nell’estate del 2021 citava una stima intorno ai 10 mila pazienti (inclusi stranieri) facendo intendere che fossero presenti alla manifestazione del Comitato tenutasi in piazza Duomo a Milano, come possiamo ascoltare in un video pubblicato il 7 giugno 2021 dal canale televisivo TELECOLOR Green Team dal titolo «Manifestazione cure domiciliari anticovid: 500 mila persone a Milano» (nonostante la capienza di piazza Duomo potrebbe aggirarsi tra le 50 e le 70 mila unità).
Come abbiamo visto in alcuni dei precedenti screenshot, i post Facebook approvati dai moderatori vengono tutti taggati con specifici hashtag elencati nella sezione «Argomenti» del gruppo. I post taggati «pazienti» sono 5.487, dove troviamo anche richieste riguardanti malati all’estero e in altri continenti, come nel caso dei pazienti peruviani.
Altri sono i tag presenti nell’elenco degli argomenti. Tra questi troviamo quello dei «ringraziamenti» che il gruppo conta in 3.506 post, uno degli ultimi risalente al 5 febbraio 2022 da parte dell’utente Dina che, leggendolo bene, non risulta propriamente una dichiarazione di gratitudine totale verso il servizio prestato dal gruppo:
Delusa perche dopo 5 richieste aiuto e ricevuto mail nessun contatto con medici comitato terapie domicilari covid 19 nonostante 4 con tagiati(2 adulti 50enni e due figlie una appena vaccinata terza dose e ammalata stesso giorno e una minore fragile a rischio ).medico curante disertore. Sento.pero di ringraziare avvocato ERICH GRIMALDI per aver divulgato Protocollo Fazio che ho seguito alla lettera .FUNZIONA siamo tutti guariti in 13 -4 giorni senza assistenza medica. INDOXEN non è stato facile trovarlo benche senza ricetta costa 1 .50 la scatola.RINGRAZIO madre amica mia figlia farmacista.noi tre NON VACCINATI. MIA FIGLIA FRAGILE ASINTOMATICA E IO E MIO MARITO soLO .un episodio di febbre lui 38.8 .io 37.7 poi senza sintomi.Cura iniziata subito prima del tampone molecolare.GRAZIE AVVOCATO E GRAZIE AL GRANDE PROF FAZIO
Un post doverosamente approvato da un moderatore, nel quale si evidenzia un utente che in mancanza di assistenza ha optato per il “fai da te” seguendo il protocollo Fazio reso noto da Grimaldi stesso all’interno del gruppo.
Lo schema terapeutico
Durante una diretta streaming trasmessa il 13 gennaio 2021 dalla pagina Facebook dell’avvocato Grimaldi, quest’ultimo annunciava la realizzazione di uno schema terapeutico Covid-19 da parte di «200 medici dei territori e condiviso dai medici statunitensi Harvey Risch e Peter A McCullough». Lo stesso, all’interno del post, richiedeva che non venisse usato per la “cura fai da te” e che fosse «condivisibile solo con i medici e non con tutti», ma come ben sappiamo qualcosa è andato storto perché il documento è stato diffuso da diversi siti nell’arco del 2021 (qui, qui e qui).
Al di là del «trattamento domiciliare facoltativo in fase 0» per gli asintomatici, basato su integratori (ne parliamo nel dettaglio qui), il «trattamento domiciliare in fase 1» riporta farmaci come l’azitromicina (principio attivo dell’antibiotico Zitromax prodotto da Pfizer), l’inconcludente idrossiclorochina (che in questi due anni non ha dimostrato efficacia contro il virus e la malattia) e l’Enoxaparina (eparina, di cui parleremo nel prossimo capitolo). C’è, infine, il «trattamento domiciliare in fase 2» che riguarda i pazienti con oltre 4 giorni di malattia e/o per chi non ottenga benefici dal trattamento in fase 1 e/o per chi soffrisse di dispnea, polipnea, dolori toracici e lieve saturazione.
Un elemento curioso riguarda la prescrizione dell’idrossiclorochina, dove si precisa che si «richiede il consenso informato scritto e rilascio di informativa al paziente in quanto farmaco off-label».
Le guide e l’eparina
All’interno del gruppo c’è una sezione chiamata «Guide» dove sono presenti i regolamenti e alcuni video tutorial su come misurare la saturazione, sul modo corretto per l’utilizzo delle bombole d’ossigeno e per come somministrare l’eparina a domicilio.
Quello relativo alla somministrazione dell’eparina risulta realizzato dalla farmacista Valentina Lettig di Treviso, appartenente al team del Comitato, pubblicato come guida il 5 aprile 2021.
Avevamo chiesto ai responsabili dello studio pubblicato dal gruppo, Open aveva chiesto ulteriori informazioni relative ai parametri presi in considerazione dai medici per la prescrizione dell’eparina. La risposta, ottenuta dalla Dott.ssa Flora Affuso, è stata la seguente:
L’eparina è stata aggiunta in terapia secondo le RACCOMANDAZIONI AIFA SUI FARMACI per la gestione domiciliare di COVID-19: “L’uso delle eparine (solitamente le eparine a basso peso molecolare) nella profilassi degli eventi trombo-embolici nel paziente medico con infezione respiratoria acuta e ridotta mobilità è raccomandato dalle principali linee guida e deve continuare per l’intero periodo dell’immobilità. Ciò si applica, in presenza delle caratteristiche suddette, sia ai pazienti ricoverati, sia ai pazienti gestiti a domicilio o nell’ambito di case di riposo o RSA utilizzando le dosi profilattiche.”
Secondo le linee guida Aifa, l’eparina viene raccomandata per i pazienti con infezione respiratoria acuta allettato o con ridotta mobilità. Nello schema terapeutico del Comitato risulta previsto sia per il «trattamento domiciliare in fase 1» che in quello «in fase 2», consigliato dagli autori per il trattamento precoce nei pazienti ipertesi, diabetici, cardiopatici, obesi, fumatori, soggetti affetti da trombofilie e per chi assume anticoncezionali.
Medici e/o odontoiatri?
Nelle ultime pagine dello “schema terapeutico” del Comitato riporta i nomi e le specializzazioni di coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione. Sono tutti medici? Prendiamo l’esempio di Verrocchi Anna, Santini Ilario, Fangucci Paolo e Di Chiara Andrea che nella lista vengono presentati come «odontoiatra» e non propriamente come medici, come avviene per altri con la dicitura completa «medico odontoiatra».
Consultando l’elenco presente nel sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), riscontriamo i seguenti titoli dei due collaboratori del Comitato:
In una richiesta di assistenza pubblicata il 5 gennaio 2021 dall’utente Katia, l’avvocato Erich Grimaldi taggava nei commenti una lista di medici da lui chiamati a seguire il caso. Tra questi c’è l’odontoiatra Ilario Santini, taggato anche in un altro commento dell’avvocato nel post di un altro paziente.
Tra i ringraziamenti dei pazienti viene citato anche l’odontoiatra Paolo Fangucci, evidentemente segnalati come medici abilitati a trattare i malati Covid che richiedevano l’assistenza nel gruppo.
Secondo quanto spiegato dalla FNOMCeO, contattata da Open, in base al quadro normativo si ritiene che «l’odontoiatra iscritto al solo albo degli odontoiatri non sia pertanto legittimato a svolgere attività di assistenza domiciliare dei pazienti che abbiano contratto infezione da SARS-CoV-2».
Le domande che attendono risposta
Abbiamo inviato una email all’indirizzo del Comitato, presente nel loro sito, con alcuni quesiti legati ai temi trattati in questo articolo. Tra questi ci sono la richiesta di iscrizione per ottenere una “via preferenziale” nella prestazione del servizio, così come il caso degli odontoiatri e delle informazioni sensibili di un paziente rese note a un vasto pubblico a sua insaputa e contro il regolamento stesso del gruppo. Al momento, non abbiamo ricevuto ancora risposta.
Tutto il materiale raccolto all’interno del gruppo privato è stato archiviato attraverso Web Forensics, il servizio di acquisizione forense di Kopjra, azienda specializzata nella cristallizzazione dei contenuti online da produrre come prove nei giudizi.
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