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Pestato e cacciato di casa per un debito di 60 euro: arrestati gli aggressori di Salvatore Abruzzese, ex attore di «Gomorra»

23 Settembre 2022 - 14:20 Redazione
Al momento dell'incursione, il ragazzo stava scontando i domiciliari e si trovava in sedia a rotelle per un incidente domestico

60 euro: a tanto ammontava il debito per una dose di droga non pagata, salito a 2.500 in un anno e costato un pestaggio a Salvatore Abbruzzese, 28 anni, noto per aver partecipato al film Gomorra nel 2007. I suoi «creditori» lo avrebbero inoltre costretto a lasciare la casa in cui abitava con sua madre, a Scampia: per l’episodio, che risale al luglio 2021, i carabinieri hanno arrestato Leopoldo Marino (39 anni) e Carmine Pandolfi (25) con le accuse di estorsione e lesioni aggravate dal metodo mafioso. L’ordinanza cautelare è stata emessa dal gip Linda D’Ancona su richiesta della Dda.

Il racconto di Abbruzzese

«Spalancarono la porta di ingresso e mi chiesero subito alterati se avevo soldi da dargli. Alla mia risposta negativa iniziarono a picchiarmi. Non avevo possibilità di fuga o di ripararmi da tale violenza considerando che mi trovavo su una sedia a rotelle», ha raccontato Abbruzzese. «Venivo ripetutamente colpito da entrambi; in più di un’occasione Pandolfi mi colpiva al viso con ginocchiate, l’altro soggetto mi colpiva con calci e pugni». Poi la madre del ragazzo riuscì a chiuderli fuori. Ma non contenti, i due si ripresentarono il giorno seguente: «Ci diedero solo qualche munito per recuperare i nostri effetti personali, tra cui i documenti e qualche indumento», poi li obbligarono a lasciare l’edificio.

Abbruzzese adesso vive in Lombardia. Dopo il suo ruolo in Gomorra, dove a soli 13 anni interpretava il ruolo del baby-criminale Totò, non era riuscito a proseguire la sua carriera nel mondo del cinema, fatta eccezione per alcune particine in altri film. Iniziò così a spacciare nel suo quartiere, fino a quando non venne sorpreso a cedere due dosi ad altrettanti clienti e venne arrestato. Accadeva nel gennaio 2021: qualche mese dopo, al momento dell’incursione, stava scontando i domiciliari. Un incidente domestico gli aveva fatto scoppiare entrambi i calcagni: per questo si trovava in sedia a rotelle quando Marino e Pandolfi misero in atto la loro violenta azione punitiva.

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