Esplosione a Melitopol nel giorno del referendum. Kiev: «I russi costringono a votare con le armi»
L’apertura dei seggi per il referendum sull’annessione dei territori ucraini alla Russia comincia con esplosioni e minacce. Il sindaco ucraino di Melitopol in esilio Ivan Fedorov ha annunciato che una potente esplosione si è verificata nella città che si trova nella regione di Zaporizhzhia. «Il terrore degli occupanti sta aumentando. Alle 7 del mattino a Melitopol è risuonata una forte esplosione, che è stata ben sentita dai residenti nel centro della città. Le persone hanno paura di lasciare le loro case. Il primo giorno del voto dello pseudo-referendum, gli occupanti hanno bisogno che tutti stiano tranquilli seduti a casa», ha affermato Fedorov. Intanto il governatore ucraino in esilio di Lugansk Sergey Gaidai ha accusato gli occupanti russi di aver organizzato gruppi armati per circondare le abitazioni e costringere le persone a partecipare al referendum. I cittadini sono stati minacciati: «Coloro che non parteciperanno alla votazione verranno automaticamente licenziati dal lavoro. Secondo Kiev le autorità locali hanno vietato alla popolazione locale di lasciare la città tra il 23 e il 27 settembre.
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