Come va il referendum della Russia nei territori occupati dell’Ucraina, tra votazioni «con i mitra» ed elettori prelevati casa per casa – Il video
Militari che scortano la gente a votare armati di mitra, banchetti improvvisati per le strade delle città, uomini dell’esercito che vanno casa per casa a offrire la scheda per il voto. Sono iniziate ieri, 23 settembre, le votazioni per il referendum nelle regioni ucraine del Donbass occupate dalle truppe russe: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Cherson. Se da un lato le agenzie stampa di Mosca, come Tass, riportano video e commenti di persone entusiaste di entrare a far parte della «patria russa», quelle ucraine presentano scenari i cui i residenti sono costretti a votare. Flash news ha pubblicato diversi video che mostrano militari russi, riconoscibili dalle fasce bianche legate al braccio o alla gamba, scortare gli abitanti verso edifici in cui poter compilare la propria scheda.
I militari russi che scortano i votanti
È stato documentato un episodio simile a Energodar, nella regione di Zaporizhzhia. Ma anche il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Serhiy Haidai, descrive questo referendum, come: «Un sondaggio dell’opinione pubblica sotto la bocca delle mitragliatrici». Haidai racconta di militari che, durante la procedura «appartamento per appartamento», per dare una parvenza di garanzia al voto segreto «si offrono di coprirsi con del cartone». Ma ci sono stati anche casi nei quali le persone hanno dovuto votare più di una volta. Yuriy Sobolevskyi, vicegovernatore dell’amministrazione regionale di Cherson, racconta di residenti che «sono stati costretti a votare per l’intera famiglia». E di «commissioni elettorali accompagnate da soldati armati che vagano per la regione e vanno a caccia di elettori che cercano in tutti i modi di evitarli».
I controlli alle urne
Il ministero della Difesa ucraino, citato da Unian, denuncia come sia «impossibile votare contro il referendum di annessione alla Russia. Perché uomini armati controllano quello che scrivono le persone». Non solo. Da Kiev fanno sapere che dopo aver votato, «i russi rilasciano passaporti agli uomini. E inviano immediatamente convocazioni di leva per unirsi all’esercito della Federazione». Anche la stessa Tass, tra le testimonianze di persone entusiaste per le votazioni, mostra foto e video di tavoli piazzati per le strade ammassati di persone su cui votare. Senza garantire in alcun modo la segretezza del voto.
Secondo il generale e vicecapo dello Stato maggiore ucraino Oleksii Hromov, le nuove forze così reclutate potrebbero essere mandate al Servizio di frontiera russo. In questo modo, libererebbero il loro personale militare impegnato nella copertura del confine con l’Ucraina.
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